Inviato: Lun Mar 02, 2009 16:59 Oggetto: Prova di addestramento
Gentile Colonnello,
vorrei, se possibile, che lei soddisfacesse una mia piccola curiosità raccontando qualcosa della prova di addestramento dell'Olimpiade di Tokyo, quali erano gli esercizi richiesti e come venivano penalizzati difetti gravi come l'incappucciamento (perchè presumo che all'epoca l'incappucciamento fosse considerato un difetto, non come ora ...).
Un saluto affettuoso.
Lavinia.
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Inviato: Mer Mar 18, 2009 00:40 Oggetto: Prova di addestramento
Cara Lavinia,
la prova di addestramento del concorso completo all'olimpiade di Tokyo era semplice, come tutte le prove di addestramento del concorso completo. Aveva due sole difficoltà , se si possono chiamare tali: le due appoggiate al trotto e i due galoppi rovesci. Erano difficoltà per noi, che eravamo tutti giovani e per i nostri cavalli, che da noi erano stati addestrati, naturalmente sotto la guida del nostro capo squadra e maestro. Preparare cavalli e cavalieri (solo Argenton aveva partecipato alla precedente olimpiade) per una prova così complessa era un compito davvero difficile. Eravamo la squadra più giovane di quella olimpiade, sia per l'età dei cavalieri, sia per quella dei cavalli.
Noi, per nazionalità rappresentanti del Sistema naturale di equitazione, abbiamo presentato i nostri cavalli tutti e quattro in briglia. I Tedeschi, rappresentanti dell'equitazione più legata alla tradizione accademica, hanno presentato tutti i cavalli in filetto. C'è stata una discussione, naturalmente dopo. Il gen Stoytchev, giudice, che privilegiava nei voti che assegnava il filetto, ha recitato una poesia che, in sintesi, definiva il morso e filetto un tiranno (il che non è vero) e il filetto uno strumento che agisce per mezzo della dolcezza. Morso e filetto e filetto non agiscono da soli, ma per mezzo della mano del cavaliere. Quella e solo quella fa la differenza.
L'incappucciamento voleva dire insufficienza, quale che fosse la correttezza del movimento.
Le nostre prove sono state in generale modeste. La giuria era composta dallo svedese col. Nyblaeus, dal cileno col. Simpson e dal bulgaro gen. Stoytchev. Il migliore della squadra italiana è stato Mauro Checcoli con pen. 54, poi Alessandro Argenton con pen. 59.67, io con pen. 65.33 e Giuseppe Ravano con pen. 69.67.
Il migliore nel rettangolo è stato il tedesco Fritz Ligges con pen. 32. Ha fatto una ripresa ammirevole. Da antologia.
L'Italia dopo il rettangolo era 7^ su dodici squadre. Prima di noi la Gran Bretagna, la Germania (due cavalieri della Repubblica Federale e due della Repubblica Democratica, un unico inno, l'Inno alla Gioia della IX Sinfonia di Beethoven), gli Stati Uniti d'America, la Francia, l'Argentina, l'Unione Sovietica. Dopo di noi l'Irlanda, il Messico, il Giappone, l'Australia e la Corea.
Il fatto per noi confortante (parlando tra di noi, solo tra noi quattro, la speranza era quella di finire la prova e di non tornare a casa con la bolla infamante di "eliminati"), quando la sera, vigilia della prova di fondo, ci siamo riuniti con il nostro capo per decidere il da farsi, decisione non facile soprattutto per me che sarei stato il primo di 48 concorrenti a prendere il via, era che, come squadra, eravamo a sole 64 penalità dalla Gran Bretagna, a 49 dalla Germania, a 41 dagli USA, a 26.33 dalla Francia, a 16.34 dall'Argentina e a 15.67 dall'U.R.S.S. Se si pensa che una fermata nel cross valeva 20 penalità , la nostra situazione era non compromessa.
Ora è tutto cambiato e il completo non è più un completo. La si può chiamare prova combinata, ma non completo, inteso come la prova che si è disputata in tutte le precedenti olimpiadi.
Quindi non si possono fare confronti. Ma è indubbio che la prova regina, quella che faceva la classifica finale era la prova di fondo. La più difficile, quella che richiedeva la migliore preparazione da parte dei cavalli (m 6.000 la prima marcia, m 3600 lo steeple, m 13.920 la seconda marcia, m 7200 il cross, m 1980 il galoppo finale per disintossicare (!) i cavalli, totale m 32.700) e la condotta più intelligente, all'attento ascolto dei cavalli da parte dei cavalieri. E non è vero che si stroncassero (o morissero!) i cavalli. Con King ho fatto due olimpiadi e il cavallo è morto al prato di vecchiaia a quasi 30 anni, come tutti gli altri cavalli della squadra.
Forse ho sforato, non sono stato alla domanda. Ne ho approfittato per raccontare un po' di nostra storia. Ormai sconosciuta. E ho risposto con sedici giorni di ritardo. Troppi. Le mie scuse.
Inviato: Mer Mar 18, 2009 07:55 Oggetto: Per Colonnello:completo Tokio
Grazie Colonnello, sfori ancora e continui a scrivere della nostra storia. E' sempre interessante per chi ricorda ( non e' dimenticata, mi creda ) ed istruttiva per chi non sa.
Un cordiale saluto.
emass
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