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X Colonn:Come sono cambiate le ALTEZZE degli ost nel tempo

 
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Autore Messaggio
Elisabetta150385
Cavallo


Registrato: 03/09/08 08:42
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MessaggioInviato: Mer Set 03, 2008 09:34    Oggetto: X Colonn:Come sono cambiate le ALTEZZE degli ost nel tempo Rispondi citando

Gent.mo Colonnello,
monto a cavallo da 12 anni, e da 11 vado in concorso (ora ho il 1° grado e salto 1.20-1.25) in provincia di Modena. Rivedendo le mie vecchie videocassette di quando da piccola facevo le categorie A2 mi sono resa conto che, come difficoltà tecniche, erano molto più facili delle B100 di adesso e come altezze erano più paragonabili alle attuali B80...

Mi domando, c'è stato un cambiamento delle altezze/difficoltà delle categorie di salto ostacoli negli ultimi 40-50-60 anni anche a livello internazionale? L'altezza/difficoltà tecnica di un gran premio di Piazza di Siena degli anni 60, era lo stesso di uno attuale?
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Col. Paolo Angioni
Moderatore


Registrato: 27/11/05 21:47
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Località: Torino

MessaggioInviato: Gio Set 04, 2008 09:29    Oggetto: Altezze Rispondi citando

Cara Elisabetta,

nell'ultimo mezzo secolo le altezze dei percorsi nazionali sono certamente aumentate. Questo è dipeso soprattutto dal miglioramento della qualità dei cavalli. Lei non immagina quali cavalli si vedevano in concorso negli anni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, fin verso l'inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il parco cavalli era stato decimato, in tutti i paesi d'Europa, dalla guerra e gli allevamenti erano ridotti all'osso.

La selezione del cavallo saltatore è iniziata, non vorrei scrivere una data inesatta, una ventina di anni fa. Prima si riteneva che, siccome l'abilità nel salto è una qualità appresa, non fosse trasmissibile geneticamente (il grande Federico Tesio lo ha scritto ne Il purosangue, animale da esperimento e in Tocchi in penna al galoppo, Hoepli. Li legga, sono due gioielli in uno stesso libro). Il che ha prodotto un generale migioramento del parco cavalli in tutta Europa e oltre oceano.

Nei concorsi internazionali, nei gran premi, olimpiadi, campionati continentali e del mondo, le altezze saranno aumentate di 10 cm, ma non sono quelli che fanno la differenza. Per esempio: a Piazza di Siena, quando i percorsi li metteva il generale Berto Lombardi, i larghi erano larghi più di oggi. E quelli si che fanno la differenza. Il Derby di Amburgo ha conservato negli anni lostesso tracciato e le stesse altezze. Mi dicono che i percorsi netti di una volta sono di più di quelli di oggi.

E' difficile fare confronti perché è migliorato e di molto "il mezzo". Nei concorsi internazionali oggi prevale la fantasia: colori, forme, spesso stravaganti. Ma al cavallo esperto i colori e le forme interessano poco niente. Bada all'altezza e alla larghezza.

La difficoltà del Gran Premio Roma, per esempio, il più impegnativo percorso di Piazza di Siena, sono sempre le stesse. Con la differenza che i cavalli erano di minore qualità di quelli di oggi. Sarebbe interessante riuscire a valutare se i cavalieri di oggi saprebbero arrivare al fondo del Gran Premio Roma con i cavalli che c'erano mezzo secolo fa, abituati come sono agli attuali veri e propri bolidi.
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Elisabetta150385
Cavallo


Registrato: 03/09/08 08:42
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MessaggioInviato: Gio Set 04, 2008 13:02    Oggetto: Rispondi citando

Grazie mille!
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Fiammetta_Fra
Cavallo


Registrato: 12/10/08 20:18
Messaggi: 146

MessaggioInviato: Sab Nov 15, 2008 13:34    Oggetto: Rispondi citando

Molto interessante la sua argomentazione, Colonnello.
Vorrei anche aggiungere che sarebbe interessante vedere i grandi Campioni di vent'anni fa con i cavalli di adesso, frutto di genealogie impressionanti.
Secondo me, porterebbero a termine la maggior parte dei percorsi senza penalità.
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Col. Paolo Angioni
Moderatore


Registrato: 27/11/05 21:47
Messaggi: 2721
Località: Torino

MessaggioInviato: Ven Nov 21, 2008 18:28    Oggetto: Cavalieri di un tempo Rispondi citando

Cara Fiammetta,

per non andare troppo in là nel tempo, ho ancora negli occhi i percorsi di tre cavalieri: Piero d'Inzeo (nato nel 1923), Raimondo d'Inzeo (1925), Graziano Mancinelli (1937). I d'Inzeo hanno iniziato a montare prima della II Guerra mondile (1939-1945) quando di cavalli per lo sport ce n'erano proprio pochi e la gran massa della produzione nazionale era impegnata dalla Cavalleria per le operazioni militari. Di cavalli dall'estero ne arrivavano pochi, quasi nessuno, vigente l'autarchia del governo di allora. Mancinelli ha iniziato a montare dopo la guerra e ha montato i cavalli della Società Ippica Romana, modesti cavalli che erano per lo più cavalli "riformati" (scarti) dall'Esercito. Hanno, tutti e tre, fatto una dura gavetta. In un periodo in cui la vita era molto più difficile di oggi, può immaginare perché. I d'Inzeo si sono presentati sulla scena internazionale dopo la guerra e il loro primo grande impegno è stata l'olimpiade di Londra nel 1948. L'allevamento italiano era decimato. Al primo Premio Nazionale di Allevamento per cavalli di 4 anni, indetto nel 1951, furono presentati 27 soggetti! E il presidente dell'Ente Nazionale Cavallo Italiano (soppresso, vai a sapere perché) in un articolo sulla rivista della Federazione, Il Cavallo Italiano, si rallegrava per il successo della manifestazione. I d'Inzeo a Londra hanno montato due cavalli (Briacone-Piero nel salto, eliminato, eliminata la squadra. Regate-Raimondo, 30° nel completo, eliminata la squadra) che oggi definire modesti sarebbe un complimento.

I cavalli buoni italiani e dall'estero sono arrivati dopo il 1950. Merano e Posillipo, italiani, allevati dai fratelli Morese, per Raimondo, Uruguay, francese, per Piero. Poi per Piero il grande The Rock.

Ho visto in particolare Piero montare ogni genere di cavallo e trarre da tutti il meglio che potessero dare.

Piero, Raimondo, Graziano erano tre artisti del salto. Lo hanno dimostrato in tutte le occasioni. Soprattutto Piero è stato un modello per i cavalieri esteri. Nei concorsi internazionali, quando entrava in campo, tutti i cavalieri, anche quelli che erano in sella in campo prova, andavano a vedere il suo percorso, perché, ogni volta, con qualsiasi cavallo, era una pittura. Non aveva significato la vittoria. Poteva fare anche due errori. Il percorso era comunque una pittura e il cavaliere un modello.

Il massimo dell'italianità era vedere Raimondo d'Inzeo, cavaliere italiano che montava secondo lo stile italiano, Merano, cavallo italiano, ma veramente italiano, non solo nato in Italia, nato a Salerno nel 1946, allevato dai fratelli Filippo e Giuseppe Morese, figlio di Ugolino da Siena, p.s.i., e Dalila d.i.. Non c'è stato altro cavallo italiano così grande, neppure il fratello di padre, Posillipo, anch'esso nato a Salerno e allevato dai fratelli Morese, che pure ha vinto una medaglia d'oro individuale all'olimpiade di Roma nel 1960.

Primo. Quei cavalli (Uruguay, The Rock, Merano, Posillipo, eccetera) farebbero i percorsi di oggi con la massima disinvoltura e darebbero filo da torcere ai migliori cavalli oggi in campo.

Secondo. Quei tre cavalieri artisti (e con loro molti altri cavalieri del passato) i cavalli, tutti, che oggi primeggiano in campo internazionale, li monterebbero in un modo perfetto, con tanta più facilità perché selezionati ormai da generazioni per il salto ostacoli, ciò che mezzo secolo fa, e anche meno, non succedeva.
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Fiammetta_Fra
Cavallo


Registrato: 12/10/08 20:18
Messaggi: 146

MessaggioInviato: Mer Feb 11, 2009 09:09    Oggetto: Rispondi citando

Proprio come mi aspettavo.

La ringrazio per la sua trattazione Colonnello, è molto approfondita.

Credo che un bravo cavaliere debba saper tirar fuori il meglio da ogni cavallo che monta, sia esso nato per il salto o meno.

Non vorrei andare in OT, ma desidero aggiungere questa notizia, che probabilmente molti conoscono, con un mio personale commento.

Il cavaliere Rodrigo Pessoa è stato fermato alle Olimpiadi di Pechino per aver usato sostanze illecite sul suo cavallo.
Questa, a mio parere, è la dimostrazione del fatto che i cavalieri di oggi sono importanti sopratutto grazie ai cavalli che hanno (ovviamente non solo per quello, hanno un minimo di bravura anche loro, ovvio).
Lo stesso Pessoa, quando aveva Baloubet era all'apice del sucesso, quando ha deciso di ritirarlo è tornato nell'ombra e, pur di non perdere il successo, ha potenziato illegamente il suo cavallo.
Veramente, credo che questa sia la massima dimostrazione di quanto anche Lei ha detto.
Inoltre non credo proprio che il cavallo con cui ha partecipato alle Olimpiadi fosse un incapace, primo perchè, come viene ribadito più volte, i cavalli di oggi sono dei veri bolidi.
Secondo, nessun cavallo è incapace: può avere meno o più attitudine per una determinata disciplina. E visto che è un cavallo che partecipa a concorsi internazionali, secondo me manca solo il lavoro da parte di Pessoa.
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