Registrato: 03/09/08 18:58 Messaggi: 11914 Località: la bassa modenese ma sono toscana
Inviato: Ven Apr 16, 2010 08:26 Oggetto: le Ballon
Salve,
pongo a'attenzione del gentile Colonnello e di chi sicuramente si intende più di me questa stampa.
Premetto che non sono esperta di Equitazione Accademica e Alta Scuola ma solo una semplice curiosa ed appassionata.
Nella Club House del nostro circolo ci sono molte foto e stampe storiche, una tra queste ha sempre attirato la mi attenzione e curiosità .
La dicitura di questa tavola riporta la figura come "Le Ballon" e sinceramente non ci sono fonti circa quale libro/trattato dal quale sia tratta.
Ne ho fatto una foto che non è certo di ottima qualità dato che non posso staccarla dalla parete ed i riflessi del vetro sono evidenti ma si capisce abbastanza
Vorrei alcune delucidazioni su questa figura, su come veniva o se viene eseguita ancora, dell'imboccatira che porta il cavallo e della particolare toelettatura di quest'ultimo.
Insomma ogni informazioni circa questa tavola.
Grazie
Gabriella
Registrato: 27/11/05 21:47 Messaggi: 2721 Località: Torino
Inviato: Lun Apr 19, 2010 19:21 Oggetto: le Ballon
Cara Gabriella,
le Ballon è il nome del cavallo.
La figura è una corvetta (courbette in francese, traduzione dall'italiano) eseguita secondo il modo classico (com'è eseguita ancora oggi a Vienna), con il salto sui posteriori avanzando di poco spazio, come fa il corvo (da cui corvetta) quando a terra cammina facendo non passi, ma saltini. Lo ha visto? Era un movimento insegnato, in origine, per il combattimento a cavallo corpo a corpo, prima dell'invenzione della polvare da sparo, quindi dell'archibugio.
Il cavallo ha il capezzone con le redini tese, come si usava, e le redini del morso lente.
La tavola è tratta dal libro del barone d'Eisemberg L'art de monter à cheval ou description du manège moderne, pubblicato a L'Aia nel 1733, pag. 47, tavola 47. Il libro è scritto in francese, come usava allora.
Il barone d'Eisemberg era un cavaliere, ippologo e disegnatore tedesco del XVIII secolo. Si sa poco della sua vita.
E' stato grande scudiero del conte di Daun, vice re a Napoli, dove ha vissuto sei anni. Vede l'influenza dell'equitazione italiana?
Poi ha vissuto in Inghilterra dove ha scritto il libro di cui sopra e dal 1753 ha vissuto a Pisa, direttore e primo cavallerizzo dell'Accademia di Pisa, alle dipendenze dell'imperatore Francesco I, che era Granduca di Toscana. A Pisa ha scritto un libro in italiano, testo a fronte in francese, Anti-Maquignonage pour eviter la Surprise dans l'emplette des chevaux - La Perfezione e i Difetti del Cavallo, dedicato a Francesco I, pubblicato a Firenze nella Stamperia Imperiale nel 1733. E' un libro di ippologia con 119 figure.
Maquignonage è il trucco per dissimulare i difetti del cavallo e il libro è la descrizione e la raffigurazione di tutti i difetti del cavallo per non cadere nelle mani del sensale, del commerciante di cavalli disonesto, nell'acquisto (emplette) di un cavallo. Maquignon è il commerciante, ma con significato di disonesto. Già allora c'era questo pericolo.
Le notizie che le ho dato sono tratte, in parte, dal libro del generale Mennessier de La Lance, Essai de bibliographie hippique, pubblicato a Parigi nel 1915-1921.
Caro Colonnello, ma in quell'epoca quali cavalli erano utilizzati presso le accademie delle corti europee?
A giudicare dal profilo montonino del cavallo di questa raffigurazione noto una certa somiglianza con il Corsiero Napolitano.
Registrato: 27/11/05 21:47 Messaggi: 2721 Località: Torino
Inviato: Mar Apr 20, 2010 00:57 Oggetto: Cavalli delle accademie
Caro Cicciolaz,
erano utilizzati cavalli in genere originari delle località .
Il cavallo ritratto nella figura sopra è molto simile al cavallo della pagina 4 de La perfezione e difetti del cavallo di Eisemberg. Scrive l'autore che il cavallo rappresentato nella "divisa" (nel motto: "La briglia è la mia virtù") è "un Barbero, che io rilevai nel tempo, che l'Accademia era in Firenze". Eisemberg era già stato a Napoli e a Napoli gli Spagnoli, che occuparono la città nel 1503 facendone un vicereame spagnolo, portarono i loro cavalli. Gli Arabi avevano occupato quasi tutta la Spagna all'inizio del 700 e vi avevano portato i loro cavalli, arabi e berberi. Credo che Napoli fosse popolata di cavalli arabi o berberi.
Federico Grisone, napoletano, nel suo libro (1550) non scrive delle razze e non rivela quale cavallo montasse. Non cita il corsiero napoletano. Non fa mai il nome di un cavallo.
Registrato: 03/09/08 18:58 Messaggi: 11914 Località: la bassa modenese ma sono toscana
Inviato: Mar Apr 20, 2010 12:01 Oggetto:
Gentile Colonnello,
come sempre lei è una fonte inesauribile e preziosissima di questo Forum e non solo, dell'equitazione tutta. Grazie, scusi la mia estrema ignoranza, non avevo inteso che il nome fosse riferito al cavallo. Il libro che lei cita in versione non originale, dato il costo immagino elevatissimo, è reperibile? Leggo il francese anche se immgino sia antico e tecnico ma vorrei provare per mia cultura personale equestre a capirlo.
Credo che l'Italia abbia avuto delle fortune nel campo dell'equitazione, date le sue innumerevoli contaminazioni positive, che altri paesi non hanno avuto...aimè constato sempre più che siamo degli scialacquatori. Mille grazie ancora.
Gabriella
Registrato: 27/11/05 21:47 Messaggi: 2721 Località: Torino
Inviato: Mar Apr 20, 2010 13:47 Oggetto: Eisemberg
Cara Gabriella,
il libro in versione non originale non esiste, a meno che lei lo riesca a trovare in internet. In versione originale, ammesso di trovarlo, costa molto caro. Le invio con un MP l'indirizzo di un bibliofilo antiquario (onesto) al quale rivolgersi se il libro le interessasse.
Registrato: 04/09/08 15:43 Messaggi: 41 Località: Piemonte Est
Inviato: Dom Apr 25, 2010 11:53 Oggetto: Integrazione tavole
Ad integrazione dei precedenti interventi, ecco le tavole tratte da L´art de monter à cheval ou description du manège moderne dans sa perfection par le Baron d'Eisenberg (1759) (clic sulle immagini per ingrandirle)
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