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La seconda vita di Ronda
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Autore Messaggio
Reduce
Cavallo


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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 10:12    Oggetto: Rispondi citando

Certo Muriel, questo lo dò per scontato; ma ci sono tantissimi cavalli già nevrectomizzati, la mia osservazione riguardava loro, e l'eventuale consiglio ragionevole che può essere dato ai loro proprietari (sempre che lo chiedano: come insegna il "old man" di Mark Rashid, MAI dare un consiglio a proprietari di cavalli, se non lo richiedono, per il bene del cavallo).
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Ipparco
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 10:33    Oggetto: Rispondi citando

Sono chiaramente daccordo con Muriel: la nevrectomia non ha il minimo senso come "terapia" per un problema fisico, qualunque sia.
Purtroppo però per ora viene ancora praticata, e quindi capiterà ogni tanto di trovarsi davanti a cavalli che l'hanno subita.

Personalmente sono molto scettico sul fatto che la "recidiva" sia dovuta ad una rigenerazione dei nervi. Per quel po' che so di medicina e fisiologia, una volta che viene tagliato l'assone di un nervo, questo muore, non si rigenera.
Sarebbe bello se non fosse così, perchè darebbe una speranza a tante persone paraplegiche o altrimenti limitate nei loro movimenti da danni ai nervi.
Ritengo molto più plausibile invece che la recidiva della zoppia sia dovuta all'estensione del danno a regioni che ancora conservano una sensibilità normale, in particolare i tendini flessori, l'apparato di sospensione e probabilmente anche la regione del carpo, che continuano a subire gli effetti devastanti di atterraggi di punta, carichi anomali a causa di deformazioni dello zoccolo, mancato assorbimento delle vibrazioni causato dal ferro e dalla deformazione dello zoccolo ecc..

In base a questo ragionamento credo che sarebbe molto più opportuno cercare fin da subito (dal momento in cui ci si ritrova per le mani un cavallo con tali problemi, intendo) di ripristinare la salute dei piedi e un movimento il più possibile corretto che minimizzi gli stress subiti dal navicolare, dal TFP e da tutte le altre strutture che contribuiscono alle problematiche della "sindrome podotrocleare", per cercare di rallentare o fermare la degenerazione di queste strutture, che altrimenti procede inesorabilmente.

Personalmente ho comunque il forte sospetto che nel momento in cui viene decisa la nevrectomia i danni al navicolare e al TFP siano già tali da rendere molto difficile se non impossibile un pieno recupero della funzionalità corretta. In particolare temo che la degradazione delle superfici di scorrimento del TFP e del navicolare sia tale che sono già così ruvide e frastagliate da causare una continua infiammazione del TFP e un suo rapido logoramento, anche nel caso si riesca a ripristinare un movimento corretto.
In ogni caso, un cavallo in queste condizioni non dovrebbe assolutamente essere cavalcato, almeno per come la vedo io..
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rhox
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 10:48    Oggetto: Rispondi citando

Reduce ha scritto:
Tuttavia mi sono psto il problema teorico della rimozione del ferro nei cavalli nevrectomizzati per navicolite; e il consiglio che darei sarebbe: pensate alla sferratura nel momento giusto, ossia: nel momento in cui, dopo la nevrectomia, la navicolite "recidiva". In realtà, non recidiva un bel nulla; la patologia è andata avanti silenziosamente, essendo il solo dolore mascherato dalla nevrectomia (intervento che ritengo medioevale); la "recidiva" invece consiste nel ritorno della sensibilità per rigenerazione dei nervi sensitivi. Il "disastro" per un normale veterinario corrisponde invece a una "finestra di opportunità" per un tentativo di riabilitazione barefoot! E' infatti ritornata la sensibilità: il cavallo, scalzato, potrebbe "rispettare" il terreno e "dirci" di quale protezione ha bisogno. E bisogna dargli tutta la protezione che serve.

Quindi: niente rimozione dei ferri finchè la nevrectomia "funziona"; serio tentativo barefoot (condotto da un pareggiartore molto esperto, e accettando l'idea di procurarsi tutto ciò che serve per la protezione del piede: scarpette, le migliori; solette, le migliori; ecc) nel momento della prima recidiva.


il problema è: quale è il limite di sensibilità e dolore della recidiva?
il cavallo torna a zoppica per il problema al navicolare o per qualsiasi problema al piede o zona attigua?

c'è anche chi sostiene che la zona dolorante che provoca zoppia in alcuni cavalli in realtà sia il "callo" che si crea nella zona della recisione del nervo e che si riflette anche all'interno del piede per il moncone inferiore..

per il resto, ci sono degli studi che han cercato di capire se è una "ricostruzione" dei nervi che tendono a ricollegarsi dopo la forumazione del "callo" sopra all'assone o se sono nuove strutture che l'organismo tenta di creare per supplire al danno..

di per sè se la nevrectomia evitasse il dolore si dovrebbe ripristinare l'atterraggio di tallone e quindi bloccare il danno generale. quindi problematiche simili dovrebbero avere come causa qualcos'altro..
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Reduce
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 11:18    Oggetto: Rispondi citando

Sopprimendo la sensibilità, il cavallo atterra semplicemente "a caso", e in ogni caso: male. Provate voi stessi, come si cammina, ma si cammina male, quando, tenendo ad es. le gambe incrociate malamente, una gamba "vi si addormenta".

La rigenerazione dei nervi è un fatto pienamente fisiologico. E' facilitata dal fatto che i monconi siano vicini, e con cicatrice scarsa. Ovviemente la nevrectomia viene eseguita in modo da evitare che questo avvenga. Ma la "vis maedicatrix naturae" supera talora gli accorgimenti del bravo chirurgo veterinario, e a dispetto di tutti gli sforzi, il nervo, allungando "fibre esplorative" attraverso la cicatrice, ce la fa comunque a ruitrovare la vecchia strada e a raggiungere i recettori. Questo processo è noto, e normale.

Purtroppo, non sempre la rigenerazione ha successo. Le "fibre esplorative" che sorgono come gemme dal moncone superiore possono "perdere la strada" e creare un gomitolo senza senso. Si chiama "neuroma da amputazione". E' dolorosissimo alla palpazione diretta. Non impica alcuna sensibilità a valle. Io penso che si possa distinguere bene un dolore da neuroma da un dolore da rigenerazione nervosa abbastanza normale, che reintegra la sensibilità.

Resta il fatto (triste) che meglio è fatta la nevrectomia, meno è probabile la rigenerazione normale, e più è probabile (logica conseguenza) che si sviluppi un neuroma da amputazione.

Tutta la questione ha a che fare con il concetto di "necessità" nell'uso del cavallo. Alcuni ritengono che una certa prestazione fisica, un certo "uso" sia necessario, ed essendo necessario implichi necessariamente dei "mali". Non c'è niente da fare, non cambieremo mai la mentalità di chi la pensa così. Che facciano quello che vogliono. ma ci sono molti altri che invece vorrebbero considerare il cavallo un amico, e come tale fare le cose per il suo bene, non perchè ritengono "necessario" utilizzarlo comunque oltre le sue possibilità. Se a questi ultimi le cose venissero spiegate per bene, NON darebbero il consenso a molte pratiche vveterinarie correnti che invece sono pienamente, e consapevolmente, utilizzate da coloro che quando un cavallo non ha più le "prestazioni necessarie", semplicemente se ne liberano. Entrambe le scelte sono perfettamente legittime.

E' una questione di "consenso informato": ma per darlo, un consenso informato corretto, bisogna essere informati... e i veterinari dovrebbero accertarsi che il consenso sia veramente informato, e che tutte le alternative siano state illustrate con completezza e con obiettività. Mi domando se questo avviene. E mi rispondo pure: NO.
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Reduce
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 11:24    Oggetto: Rispondi citando

Permettetemi un sorriso amaro...

Questo topico si intitola "La seconda vita di Ronda". Attenti ai titoli... sì, la seconda vita. All'altro mondo. Crying or Very sad
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 11:29    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
La rigenerazione dei nervi è un fatto pienamente fisiologico. E' facilitata dal fatto che i monconi siano vicini, e con cicatrice scarsa. Ovviemente la nevrectomia viene eseguita in modo da evitare che questo avvenga. Ma la "vis maedicatrix naturae" supera talora gli accorgimenti del bravo chirurgo veterinario, e a dispetto di tutti gli sforzi, il nervo, allungando "fibre esplorative" attraverso la cicatrice, ce la fa comunque a ruitrovare la vecchia strada e a raggiungere i recettori. Questo processo è noto, e normale.


Questa per me è una notizia completamente nuova su cui vorrei documentarmi un po' meglio. Non è che puoi postare (nel caso interessi anche ad altri ) qualche titolo di libri o articoli che ne parlino (a livelli accessibili per chi non ha studiato medicina, possibilmente Wink )? Credo che sarebbe molto utile..

Quanto al titolo, era stata una scelta ottimistica, basata sul fatto che veramente il peggio sembrava ormai superato..
Fa già male di suo il fatto che sia finita com'è finita, non credo ci sia bisogno di rigirare il coltello nella piaga..
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Reduce
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 12:33    Oggetto: Rispondi citando

Mi spiace per la macabra ironia, ma quanto a cavalli, se non rido piango: preferisco ridere.

Il primo articolo che ho trovato sulla rigenerazione: http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CBYQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.giot.it%2Farticoli%2F2001%2Fvol5-01%2F155art.pdf&ei=R1vJTP_iFYGeOtWWvNUB&usg=AFQjCNEr2bkP8aVq9u_F96Sa9Dye5f56XQ&sig2=jDVqJskFxj5hu7sJZBtNeg

ma... saprai che riattaccano arti completamente staccati per incidente, nell'uomo, e che la sensibilità e l'attività muscolare si ripristinano, molto spesso... più "nevrectomia" di così!
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 12:49    Oggetto: Rispondi citando

Sì, che fanno trapianti o "riattaccamenti" di arti lo so, però immagino che in quei casi i nervi vengano collegati dal chirurgo durante l'operazione, e probabilmente verranno anche trattati con medicinali appositi che stimolino in qualche modo la "saldatura" delle due estremità..
Comunque, se così è tanto meglio, vuol dire che c'è qualche speranza in più di poter aiutare questi cavalli.
Vedrò di documentarmi in merito. Intanto grazie per l'articolo.

Per quanto riguarda le ragioni per cui spesso viene consigliata un'operazione come la nevrectomia, temo che ce ne sia una molto semplice: il denaro.
Quanto viene in tasca ad una clinica che esegue una nevrectomia?
Quanto ne viene invece se il cavallo viene sferrato e seguito con un buon pareggio ed un paio di scarpette? Credo che il risultato sia scontato, ma se qualcuno avesse dei dati precisi ben vengano..
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 12:58    Oggetto: Rispondi citando

Reduce ha scritto:
Sopprimendo la sensibilità, il cavallo atterra semplicemente "a caso", e in ogni caso: male. Provate voi stessi, come si cammina, ma si cammina male, quando, tenendo ad es. le gambe incrociate malamente, una gamba "vi si addormenta".


di per sè però l'atterraggio non è detto che implichi la punta.
il problema di come si cammina a mio parere è molto più complesso di un "camminare male perchè non ho sensibilità al piede"..
bisogna anche vedere il dolore prima che moficiazioni fisiche ha portato e come queste si riflettono sul fisico del cavallo. ci saranno risentimenti muscolari e articolari che alterano la normale locomozione e non è detto che scompaiano da soli.

sinceramente non ho avuto a che fare con nevrectomie quindi non ho mai toccato con mano.
ho sentito parlare di come potrebbe dare fastidio il neuroma (grazie per i termini tecnici che mi sfuggivano). poi di qua e dir che è vero o no, non ci metto il becco.

la questione che ponevo io su quanto possa essere ristabilita la sensibilità è che comunque un nervo rigenerato dagli assoni non sarà un nervo rimesso assieme dopo un'amputazione. il collegamento sarà comunque più complesso, magari non totale per cui ci potrebbero essere delle alterazioni complessive.
probabilmente la conoscenza fa sì che quando un cavallo è nevrectomizzato e riprende a zoppicare si imputa al navicolare il problema quando magari non è la causa principale, ma il riflesso di infiammazioni di altre parti.

per me il problema al di là dell'usabilità è anche un po' di mancato aggiornamento dei veterinari. molti propongono la tecnica perchè magari non sanno che pesci prendere o perchè "si è sempre fatto così" (vedi focature) senza che in realtà loro stessi abbiano valide alternative.. come per molte "cure" che in campo medico umano sono state eliminate da anni per inefficacia e che in campo veterinario continuano a persistere come se fossero la manna dal cielo..
quadro che è ancora più triste..
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 12:59    Oggetto: Rispondi citando

Leggendo l'articolo che hai linkato ho trovato questo:
Neurotmesi: anche il tubo endoneurale (e tutto il
nervo) è interrotto cosicché la rigenerazione spontanea
non è possibile ed è necessario un intervento chirurgico.

(Pag 157 colonna di sinistra)
Non è il caso della nevrectomia?
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 13:13    Oggetto: Rispondi citando

Sulla focatura mi ero informato un po': l'idea, grossomodo, sarebbe che riacutizzando un processo infiammatorio cronicizzato con la focatura, si possa favorirne la risoluzione e la guarigione dei tessuti implicati. Non che mi convinca granchè, ma almeno lo scopo ultimo sembrerebbe quello di una guarigione, in una qualche maniera.
Nel caso della nevrectomia invece non c'è nemmeno questo aspetto: già prima di eseguirla, sai benissimo che non risolve un bel niente, nasconde il problema e basta..

Quanto al movimento, l'atterraggio di punta è solo uno dei fattori che espone il navicolare ed il TFP a carichi eccessivi. Ma ce ne sono tanti altri, che da soli o in concorso tra loro li sovraccaricano. Quindi anche se si ripristinasse l'atterraggio di talloni con la nevrectomia, potrebbero tranquillamente esserci altre cause o concause che continuano a lavorare indisturbate alla distruzione dell'arto..
Nella mia testa rimangono aperte un sacco di domande anche sulla teoria di Bowker, secondo cui il carico periferico porta alla demineralizzazione e degenerazione della regione del navicolare. Non è strettamente correlato al movimento, ma al pareggio ed alla ferratura sì..
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 13:26    Oggetto: Rispondi citando

la mia domanda è: ma in un arto che deve essere nevrectomizzato per consentire al cavallo di poter condurre una vita (perchè molti cavalli vengono nevrectomizzati e poi non più usati dai loro proprietari perchè consapevoli dei rischi) quali strutture possono essere ancora sane? Rolling Eyes
per me la compromissione è già tale che il lasciare il piede scalzo evita un peggioramento veloce e repentino, non di sicuro cura o ferma la situazione..

la focatura è un discorso diverso, ma la si affronta con gli stessi presupposti della nevrectomia ovvero quello che si è fatto prima non è servito.
bene o male la casistica dice che la guarigione è possibile come se lasci l'arto a riposo..
la veterinaria attualmente è basata più su vecchi "rimedi e ricette" che su un reale studio scientifico che dica se una cosa funziona o meno.
gli studi in doppio cieco e con una percentuale rilevante di casi sono pochi per cui tante tecniche vengono mantenute in vita perchè nessuno ha dei dati per poter dire se funzionano o meno.
in medicina umana i salassi, le focature, le nevrectomie, l'utilizzo smodato di pochi principi attivi come antiinfiammatori/antibiotici/antidolorifici è limitato, ecc..
eppure se senti per un sacco di veterinari il cortisone è la panacea a ogni male, la sobbattitura è solo di origine traumatica, infiltrare è l'unico modo per curare un'articolazione, ecc..
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 14:34    Oggetto: Rispondi citando

Scusate... c'è un problema che può risolvere un moderatore, ho appiccicato in un post precedente un link troppo lungo che devasta l'intero topic; voi che siete "di casa" potreste chiedere a qualcuno abilitato di "nasconderlo dentro un tag URL"? Mi ero dimenticato che il software di questo forum non "accorcia" gli url lunghi, come fanno altri.
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rhox
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 14:45    Oggetto: Rispondi citando

ci fosse il mod della sezione Rolling Eyes
bisogna aspettare un amministratore, che attualmente sono quasi tutti desaparecido Rolling Eyes
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MessaggioInviato: Gio Ott 28, 2010 14:54    Oggetto: Rispondi citando

Io non ho un quadro così fosco della medicina veterinaria, sinceramente.
Come in tutti gli ambiti ci saranno sicuramente professionisti più competenti e altri che lo sono meno, ma non ho mai avuto motivo di credere che siano una mandria di buontemponi che facciano ricorso a rimedi "sciamanici".
Ci sono ricerche in corso su quasi tutte le più comuni malattie equine, su terapie, tecniche di gestione ecc.
Alcune forse si basano su presupposti non più attualissimi, o magari rimangono limitate da preconcetti discutibili e trascurano i risultati ottenuti nella comunità berefoot, ma è un mondo talmente ampio e variegato che non si può certo generalizzare.
Purtroppo viviamo in un Paese che penalizza la ricerca, su tutti i fronti e in tutti i settori, ma all'estero, soprattutto in USA ma anche altrove, si investono milioni di € in ricerca nella medicina veterinaria, per fortuna..
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