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La seconda vita di Ronda
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Ipparco
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MessaggioInviato: Dom Ott 10, 2010 21:16    Oggetto: La seconda vita di Ronda Rispondi citando

Oggi vi voglio raccontare una storia. Lo faccio per due motivi: innanzitutto credo che da questa storia io abbia imparato alcune lezioni importanti che voglio condividere, e in secondo luogo perché penso che ogni tanto faccia bene ricordare che la differenza tra successo e fallimento, spesso, sta soprattutto nella volontà delle persone, come vedrete.

Ronda è una bella cavallona murgese di 8 anni.
Oggi non sarebbe più tra noi se non avesse avuto attorno a sé l’affetto del suo proprietario, Piero, e l’impegno dei gestori del maneggio in cui è alloggiata, ai quali va la mia massima stima per la dedizione, la pazienza e l’impegno che hanno saputo mostrare.
Era stata diagnosticata navicolitica nel 2005, e sulla base di questa diagnosi sottoposta a nevrectomia ben 5 volte (QUATTRO sul sinistro e una sul destro) sugli anteriori, l’ultima nel novembre 2009. Penso che questo dato si commenti da sé.
Nonostante tutto ciò, ancora mostrava una zoppia sull'anteriore sinistro, e Piero si era ormai rassegnato, decidendo di sferrarla e metterla in pensione al pascolo.
I piedi di Ronda erano discretamente deformati, contratti, lunghi e con la base d’appoggio estremamente avanzata (cosa che certamente non giovava al navicolare e ai tendini flessori), ma nel complesso non erano nemmeno disastrosi, vista la situazione.

Nonostante non fossero ridotti troppo male, circa un mese e mezzo dopo la sferratura, l’anteriore sinistro fece un brutto ascesso, piuttosto esteso, sul glomo laterale.

Niente di troppo preoccupante, sennonché, essendo quel piede del tutto insensibile a causa della nevrectomia, Ronda continuava a camminarci sopra e a caricarlo come se fosse perfettamente integro.
Nell’arco di alcune settimane, il tallone cominciò a cedere, e il veterinario curante (lo stesso delle 5 nevrectomie) non intervenne in alcun modo, se non prescrivendo antibiotico e antiinfiammatorio. Piero, che già in passato aveva avuto una brutta esperienza con un cavallo che aveva perso gli zoccoli, era terrorizzato e pensava che si sarebbe arrivati a dover abbattere Ronda, ma grazie all’insistenza dei gestori del maneggio rimandò la decisione e interpellò un altro veterinario.

Questo secondo veterinario disse che non era certo il caso di abbattere la cavalla, consigliò il nominativo di un maniscalco/veterinario della zona a suo dire molto capace, si espresse piuttosto negativamente sulla pratica della nevrectomia, prescrisse un integratore per stimolare la crescita dell’unghia ma non fece altro.

Interpellato telefonicamente questo professionista, Piero prima si era sentito rispondere che sarebbe stato richiamato, e quando si decise a richiamare lui, dopo una settimana, il veterinario/maniscalco non si ricordava nemmeno più di cosa si trattasse. Al che Piero decise di restare col pareggiatore.

Nel frattempo (quasi due mesi), nonostante le attenzioni dei gestori (bendaggi, iniezioni quotidiane di antibiotici, pulizia quotidiana della ferita ecc.) la situazione era via via degenerata fino ad esporre il corion, la gamba si era gonfiata enormemente e Piero era sempre più convinto della necessità di abbattere la cavalla.
La corona si era gonfiata a tal punto che in corrispondenza del vecchio ascesso arrivò a prolassare oltre la muraglia e minacciava di staccarsi lungo tutto il perimetro.

Avendo seguito tutta la storia attraverso le foto mandatemi da Giulia, figlia dei proprietari del maneggio, e non trovandosi ormai nessuno disposto a mettere le mani su quel piede, decisi di parlare del caso con il mio veterinario, Giovanni, a cui va tutta la mia gratitudine per l’assistenza che ci ha dato in questa vicenda. Con lui concordammo sul fatto che occorresse ripulire il piede dai tessuti cornei necrotici e separati dalle strutture sottostanti, scaricare il più possibile il tallone e stimolare la cicatrizzazione della ferita utilizzando la “pasta di Lassarâ€

Piero intanto si era già rassegnato a dover abbattere Ronda, che oramai non si muoveva più di un passo, spostava continuamente il peso da un anteriore all’altro e stava visibilmente deperendo, e solo grazie all’insistenza di Giulia decise di dare a Ronda ancora una possibilità: il mio tentativo, l’ultimo.

Il 10 luglio 2010, verso le 6 di sera, arrivai da Ronda (si trova in provincia di Livorno). La situazione, vista dal vivo, era ancora più impressionante che in fotografia. Il piede, dal nodello in giù, era talmente gonfio e duro da essere quasi irriconoscibile, dall’apertura nello zoccolo trasudava siero semi-coagulato e il resto della gamba, fino al carpo, era quasi il doppio del diametro normale. Non si potevano distinguere i tendini, e le vene superficiali erano congestionate e dure come il marmo.
Passai circa 2 ore ad esaminare il piede per tentare di capirci qualcosa e a cercare di mettere insieme una soletta che permettesse di scaricare il tallone dal peso della cavalla. La soluzione giusta mi venne in mente solo durante la notte.
La mattina successiva, alle 7.15, con l’assistenza della madre di Giulia, veterinaria per piccoli animali, ci mettemmo al lavoro: con la massima attenzione a non ferire la corona e le parti già esposte di corion, eliminai la parte di muraglia sottostante la corona prolassata, ciò che restava della barra e del tallone, e tutti i frammenti di suola separati dai tessuti sottostanti. Inoltre smussai la muraglia fino al bordo della suola in modo molto aggressivo per scaricarla da qualsiasi sforzo, poiché sembrava sul punto di staccarsi dal piede. (Tengo molto a precisare che questa è stata la prima occasione in cui ho avuto modo di lavorare su Ronda, a 2 mesi dall’ascesso iniziale)
Queste sono le foto del risultato finale dopo quasi 2 ore di lavoro.


Finito il lavoro di tolettatura, lavammo accuratamente il piede con acqua e b*t*d**e, lo asciugammo ed applicammo la pasta di Lassar. Dopodiché fasciammo il piede, posizionando la soletta di neoprene per proteggere e scaricare il più possibile il tallone.

Parlai con Piero e gli chiesi di tenere duro ancora 2 settimane: se alla fine di quelle 2 settimane non ci fossero stati miglioramenti significativi, avrebbe fatto abbattere Ronda. Io stesso quel giorno, pur avendo fatto il meglio che potessi, non avrei scommesso un centesimo sulle possibilità di Ronda.

Giovanni aveva consigliato di lasciare la fasciatura 4 giorni prima di rinnovarla per altri 4, ma a causa del pur scarso movimento della cavalla, dovette essere cambiata ogni 2 giorni. Inoltre il neoprene di cui disponevamo non era abbastanza denso, e dopo un giorno, due al massimo, si riduceva ad una frittellina inconsistente, richiedendo comunque di sostituire il bendaggio.
Ciononostante, dopo una settimana, il piede era notevolmente migliorato: tutti i tessuti esposti si erano coperti di tessuto corneo, per quanto sottile e gommoso, e la gamba, tra carpo e nodello, era decisamente meno gonfia, anche grazie alla somministrazione di un fibrinolitico. Anche l’umore di Ronda stava migliorando.
Alla luce di questi progressi, Piero decise di accantonare l’ipotesi dell’eutanasia.

Dopo un mese, durante il quale il piede venne tenuto fasciato e protetto con la soletta, per esattezza il 9 agosto, tornai da Ronda insieme a Giovanni per tolettare nuovamente lo zoccolo e per cercare di capire come mai il piede fosse rimasto gonfio mentre la gamba era tornata praticamente normale.
Trovammo una cavalla decisamente più vispa della volta precedente, e il piede presentava una crescita generosa di materiale corneo, con un primo accenno della formazione della nuova muraglia nella zona del tallone. Capimmo subito il motivo del gonfiore persistente del piede: a causa della rapida crescita dell’unghia, ciò che era rimasto della barra dopo il mio primo intervento, ora premeva sul fondo della lacuna laterale, ostacolando la circolazione ed infiammando i tessuti.

Una volta rimosso ciò che era di troppo, il piede aveva ripreso un aspetto decisamente più civile, e Giovanni stabilì che non sarebbero più stati necessari i bendaggi protettivi e che l’unghia aveva bisogno di asciugare e di incallirsi.
Nel corso dei successivi 10 giorni il piede continuò a migliorare e in queste foto del 18 agosto si può vedere come ormai il piede avesse ripreso una discreta consistenza e si stesse gradualmente normalizzando. Il gonfiore si era già leggermente ridotto, glomo e fettone avevano recuperato un aspetto civile e soprattutto Ronda era di nuovo in grado di muoversi con una certa disinvoltura, arrivando addirittura ad accennare qualche tempo di trotto e di galoppo, in paddock.

Le foto fatte il 26 settembre in occasione del terzo pareggio mostrano un piede ormai ritornato accettabile, seppure ancora lontano dalla normalità. Si può apprezzare un cambio di pendenza della muraglia abbastanza accentuato e una base d’appoggio decisamente più arretrata rispetto alle prime foto, nonostante ci sia ancora ampio margine di miglioramento.

Si ricominciano ad intravvedere la barra e l’angolo d’inflessione, e a breve anche il tallone esterno arriverà a toccare il terreno e a sostenere la sua parte del peso. Si vedono ben evidenti alcuni versamenti di sangue inglobati nella suola, la cui origine credo sia da ascrivere allo stato infiammatorio generalizzato in cui il piede si è trovato per mesi.

Purtroppo in occasione di questo pareggio ho trovato Ronda con i tendini flessori dell’anteriore destro infiammati. Considerando che quella gamba per due mesi aveva dovuto portare il peso dell’avantreno praticamente da sola, che la cavalla è navicolitica e che a causa della distanza non posso pareggiarla ogni 25 giorni come vorrei, e che quindi le punte tendono a scappare un po’ avanti, credo ci possa stare. Ho cercato di aiutarla il più possibile accorciando e arretrando le punte di entrambi gli anteriori il più possibile, ma per il momento mostra ancora una zoppia abbastanza visibile sul destro. Al momento del pareggio era già in cura da un paio di giorni con antiinfiammatori per via orale, e nel complesso si muoveva abbastanza decentemente, ma sicuramente la situazione è ancora in evoluzione. Aggiornerò il topic man mano per seguire gli sviluppi.

Ronda probabilmente non tornerà ad essere utilizzabile. Forse tra un annetto, con Giovanni proveremo a tornare a valutare lo stato di tendini ed articolazioni per vedere se l’estensione del danno potrà permettere qualche blanda passeggiata. Tuttavia credo che potrà godersi qualche anno tranquillo di una vecchiaia precoce, forse mettere al mondo qualche bel puledro, e soprattutto ricevere l’affetto che merita.

Vengo ora a quelle che secondo me sono le lezioni importanti che mi ha insegnato Ronda e che voglio condividere con tutti voi:
Arrow La prima in assoluto per importanza è che la nevrectomia non è una soluzione. Chi di voi toglierebbe il fusibile alla spia dei freni sulla propria automobile, invece di riparare i freni? Il dolore è un segnale d’allarme, ha una sua funzione ed evita di sovraccaricare un organo danneggiato. Spegnerlo apre un vaso di Pandora di conseguenze negative di cui difficilmente si può vedere il fondo. Se c’è qualcosa che non va bisogna capire cos’è e rimuovere la causa, non il sintomo. I fatti, negli ultimi anni, hanno dimostrato che la navicolite, se presa per tempo, è quasi sempre pienamente curabile ripristinando la salute dello zoccolo ed il movimento corretto mediante un attento programma di gestione naturale dello zoccolo e del cavallo. Non può quindi giustificare un intervento invasivo come una nevrectomia, a mio avviso.
Arrow Sferrare un cavallo nevrectomizzato è qualcosa da fare con grandissima attenzione. Il fatto di non sentire dolore può portare facilmente il cavallo a procurarsi dei traumi seri. Personalmente sono abbastanza convinto che se si fosse provveduto a proteggere i piedi di Ronda in qualche modo alternativo ai ferri (scarpette, resine o simili) per le prime 6-8 settimane tutto ciò non sarebbe accaduto, e che in casi simili sia buona norma prevedere una protezione fin dal momento della sferratura. Se una volta sferrato il piede risulta essere in buone condizioni si può sempre valutare se usarla o meno, ma è bene averla già a disposizione. Sarebbe stato in ogni caso opportuno proteggere il piede a seguito dell’ascesso, cosa che invece non è stata fatta se non quando ormai era tardi.
Arrow Un cavallo denervato, visto da fuori, sembra perfettamente normale. Ha quattro zampe, la coda e si muove più o meno normalmente. Se non si è costantemente consapevoli del fatto che non ha sensibilità a causa della nevrectomia, si può essere portati a pensare che sia perfettamente sano. Come dimostra la storia di Ronda, ciò può essere facilmente un abbaglio che può avere conseguenze gravi. In questi casi bisogna ragionare avendo come riferimento la mancanza di sensibilità. Tutto questo non vuol dire che non si possano sferrare i cavalli nevrectomizzati, anzi. Come si può vedere dalle foto, la forma dei piedi di Ronda sta migliorando, nonostante il disastro che hanno subito. Gli sforzi sul tendine flessore profondo sono sicuramente diminuiti grazie all’arretramento della base d’appoggio, e questo a lungo andare le gioverà sicuramente.
Arrow Alcuni veterinari sostengono che una volta denervato, lo zoccolo non possa più stare scalzo perché non è in grado di regolare la crescita. Nel caso di Ronda la crescita fortunatamente è stata rapidissima. Con questo non voglio dire che la nevrectomia non possa avere effetti negativi anche sulla crescita dello zoccolo, ma almeno in questo caso non sembra aver precluso la possibilità di tenere il cavallo sferrato, con le dovute attenzioni.
Arrow In casi eccezionali come questo le direttive sul pareggio date dalle varie scuole di pareggio naturale vanno a ramengo. Il comportamento del piede cambia, la suola non si esfolia più, la crescita si altera, i riferimenti a cui ci si affida normalmente perdono significatività o possono addirittura trarre in inganno. Al secondo intervento, sotto la supervisione di Giovanni, ho raspato e tagliato via quasi un centimetro di suola da sotto alla punta del piede, che in apparenza era perfettamente buona e compatta, ma che invece era in eccesso. Se l’avessimo lasciata, l’angolo palmare sarebbe diventato negativo, gli sforzi sui tendini e sul nodello sarebbero aumentati considerevolmente e avremmo perso l’allineamento delle falangi. Togliendo quel materiale invece abbiamo potuto spostare il carico sulle regioni più sane del piede e dare modo al tallone di continuare nella sua guarigione, senza bisogno di protezione.
Arrow Quasi sempre in casi del genere viene ordinato il riposo in box. Forse mettendo Ronda in box non si sarebbe ridotta il piede come abbiamo visto, ma probabilmente sarebbero nate altre difficoltà: la crescita sarebbe rallentata e l’anteriore sano sarebbe stato più esposto a problemi, come ad esempio una laminite da sovraccarico, per non parlare dell’aspetto igienico. Ciononostante a tutt’oggi mi chiedo se sarebbe stato meglio impedirle di muoversi o se sia stata giusta la scelta di lasciarla libera al paddock. Purtroppo l’unico modo per avere una risposta certa a questa domanda sarebbe stato provare l’altra strada. Quello che sappiamo è che se pur con grande fatica e impegno, ora Ronda è fuori pericolo di vita, e si potrà cercare con calma di risolvere gli altri problemi di cui soffre.
Arrow Temporeggiare non è stata una buona scelta. Per quel che può valere, sono convinto che se si fosse intervenuti in modo più deciso fin dall’inizio non ci sarebbe stato bisogno di fare scelte drastiche come quella di rimuovere parte della muraglia. Forse si sarebbe potuto anche contenere il danno alle strutture interne, che sicuramente conserveranno dei segni indelebili di quanto è successo.
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lebrijano
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MessaggioInviato: Lun Ott 11, 2010 09:16    Oggetto: Rispondi citando

Che dire???
SUPERIPPARCO!! Embarassed Very Happy
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simo.bonsai
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MessaggioInviato: Lun Ott 11, 2010 09:33    Oggetto: Rispondi citando

Sono contenta di sapere come sta migliorando Ronda.... io ero rimasta al primo intervento!!!
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marti*
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MessaggioInviato: Lun Ott 11, 2010 15:42    Oggetto: Rispondi citando

complimenti per l'impegno davvero!i miglioramenti sono notevoli
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vaniglia1981
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 08:57    Oggetto: Rispondi citando

..........davvero complimenti per gli interventi su quei piedi che non eran di certo facili.....
Ed ecco perchè un pareggiatore come te servirebbe eccome.......... Rolling Eyes Wink
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mely
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 14:06    Oggetto: Rispondi citando

complimenti. . . !
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Ipparco
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 15:20    Oggetto: Rispondi citando

Il mio è stato un tentativo disperato, è andata bene e ne sono contento, ma non era scontato, e vorrei soprattutto che tutti noi che abbiamo a che fare con i cavalli ne imparassimo qualcosa. Spero che l'odissea di Ronda possa servire affinchè ad altri cavalli vengano evitati certi trattamenti, e a far capire a tutti, proprietari e professionisti, che i problemi vanno affrontati, non nascosti sotto il tappeto.
Inoltre credo che questo sia un esempio interessante di quelle che sono le capacità di guarigione e di recupero che si possono ottenere senza usare i ferri.
Uno degli aspetti che più mi ha stupito è stata la rapidità con cui sono cicatrizzate le ferite dello zoccolo una volta ripulito dall'unghia necrotizzata: nel giro di 10 giorni il vivo del piede era completamente ricoperto di "pelle", e dopo un mese la cavalla era in grado di muoversi su prato senza alcuna protezione.
Inoltre sono colpito dal fatto che non si vedano setole nel punto in cui la corona era prolassata oltre la muraglia. Mi sarei aspettato una crescita molto più disorganizzata, nei primi tempi, e invece fin quasi da subito la muraglia è ripartita a crescere con un aspetto quasi normale..
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rhox
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 16:14    Oggetto: Rispondi citando

non è il primo intervento che vedo simile..
in realtà è lo stesso approccio utilizzato per i danni in corona nei cavalli ferrati..
ad oggi ne ho visti una decina di casi simili e bene o male non c'è mai stato nessun problema con la ricrescita. l'unica volta c'è stato qualche piccolo problema di deformazione tra congiunzione di dove è stata lasciata la muraglia e dove è crescita quella nuova. si sono spinte a vicenda e si è creata una cresta scomparsa in breve, appena la pressione è stata più uniforme su tutta la muraglia..

se il piede vien lasciato bene o male crescere è difficile che si danneggi da solo..
e non ho mai sentito di problemi di infezioni o infiammazioni anche per piedi lasciati aperti a respirare nella lettiera..
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 16:42    Oggetto: Rispondi citando

Personalmente non avevo mai visto casi del genere dal vivo, e soprattutto non avevo mai visto la gamba di un cavallo nelle condizioni in cui era l'anteriore sinistro il giorno che arrivai là (nemmeno sui libri..).
Avrei preferito che se ne occupasse un professionista, ma come ho scritto, non si trovava più nessuno disposto a lavorarci..

In questo caso, finchè non sono intervenuto, di problemi di infiammazione ce n'erano eccome, infezione per fortuna sembra di no, ma solo grazie ad una copertura antibiotica importante che è durata quasi due mesi, con chissà quali effetti sul resto dell'organismo..

Citazione:
se il piede vien lasciato bene o male crescere è difficile che si danneggi da solo..

Quello che vorrei che passasse è proprio il contrario: in questo caso, l'aver lasciato il piede "a sè stesso" è quasi costato la vita alla cavalla, suppongo a causa della mancanza di sensibilità..
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 16:57    Oggetto: Rispondi citando

io sto parlando di questo caso specifico dell'asportare una porzione di muraglia fino alla lamine o quasi.

non possiamo prendere come esempio lei per dire che se lasci un cavallo libero il piede può crescere male.
nessuno ha mai studiato bene quali sono gli effetti della nevrectomia, chissà quali influenze ha sugli equilibri del piede e sulla crescita.
magari niente, magari un sacco appena c'è qualcosa che sposta un briciolo la bilancia..
chissà quali influenze ha sui meridiani e sul sistema linfatico di cui non si sa praticamente niente.. e non si considerano neanche..

come ho già detto a giulia l'intervento è pressochè uguale a quello che ho visto fare più volte da un maniscalco.
il problema è che spesso i pareggiatori di oggi non conosco la mascalcia a fondo quindi non hanno mai visto interventi simili (che centrano ben poco col mettere il ferro o meno) e si fanno prendere dal non saper fare.
tra l'altro a dir la verità un'alternativa prima di abbattere ronda c'era, la persona che se ne sarebbe presa carico..

il proprietario ha messo il "veto" nel cercare soluzioni particolari, probabilmente contattata sonja lei le mani le avrebbe messe (e con una base di scuola strasser non si sarebbe fatta "fregare" dalla mancanza di punti di riferimento naturali). però c'era da sbattersi nel cercare realmente dei professionisti..

voi su quali punti fissi vi siete basati per il pareggio?
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 18:03    Oggetto: Rispondi citando

Ipparco ha scritto:

In questo caso, finchè non sono intervenuto, di problemi di infiammazione ce n'erano eccome, infezione per fortuna sembra di no, ma solo grazie ad una copertura antibiotica importante che è durata quasi due mesi, con chissà quali effetti sul resto dell'organismo..

No Ipparco.. la copertura antibiotica è stata fatta solo quando si è creduto veramente necessario proprio per evitare altri problemi. E abbiamo monitorato la situazione (il gonfiore poteva fuorviare) tenendo sotto controllo la temperatura corporea e facendo un paio di volte le analisi del sangue che non hanno mai mostrato la presenza di un'infezione in atto..
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 20:34    Oggetto: Rispondi citando

Attenzione, cerchiamo di capirci, io non sto generalizzando le mie osservazioni al di fuori del caso specifico:
Citazione:
non possiamo prendere come esempio lei per dire che se lasci un cavallo libero il piede può crescere male.

Mai pensato ciò, e per fortuna la grande maggioranza dei cavalli può essere sferrata in tutta tranquillità, e date le giuste condizioni di vita potenzialmente può non avere nemmeno bisogno di essere pareggiato.
Quello che voglio dire, e ne sono fermamente convinto dopo questa esperienza, è che se sferriamo un cavallo nevrectomizzato, dobbiamo mettere in conto tutta una serie di rischi aggiuntivi.
Questo credo che sia un fatto quasi ovvio, ma almeno per me è stato necessario vedere Ronda che si macinava il tallone, per assimilare pienamente questa verità e per capirne le implicazioni, e quindi ho pensato che fosse una cosa da segnalare e di cui discutere.

Come dici giustamente, "nessuno ha mai studiato bene quali sono gli effetti della nevrectomia, chissà quali influenze ha sugli equilibri del piede e sulla crescita.
magari niente, magari un sacco appena c'è qualcosa che sposta un briciolo la bilancia..
chissà quali influenze ha sui meridiani e sul sistema linfatico di cui non si sa praticamente niente.. e non si considerano neanche..
".
A maggior ragione quindi credo che tutte le volte che un pareggiatore abbia a che fare con un cavallo denervato, gli si debba accendere un campanello d'allarme, e che tutti gli interessati debbano raddoppiare le attenzioni rispetto a quanto farebbero su un cavallo normale.

Citazione:
tra l'altro a dir la verità un'alternativa prima di abbattere ronda c'era, la persona che se ne sarebbe presa carico..

A meno che tu non sappia qualcosa che non so, l'unica persona che si sia offerta di prenderla è stato il pareggiatore che la seguiva prima di me. Sinceramente non posso biasimare Piero per non avergliela voluta affidare.

Poi, che la vicenda potesse essere gestita meglio può anche darsi, e sono il primo a dire che attorno a Ronda sono stati commessi molti errori, da ben prima che venisse sferrata, ma bisogna anche capire che per qualcuno che per anni s'è fidato ciecamente dei veterinari e dell'approccio tradizionale, cambiare di punto in bianco mentalità non è facile.. E anche decidere a chi affidarsi è difficile, se non si hanno già delle idee in merito..
C'era poi anche l'aspetto economico, con cui purtroppo qualcuno deve fare i conti quando fa certe scelte. E da quel che mi è stato detto di soldi ne erano già stati spesi molti, per Ronda..

Quanto ai punti di riferimento, durante il primo intervento sostanzialmente ci siamo affidati alle lacune laterali, e, beh, al vivo del piede..
Nei pareggi successivi abbiamo cercato di fare un compromesso tra angolo palmare/allineamento delle falangi e rispetto della suola, sempre avendo le lacune laterali come riferimento centrale.
Nella zona del tallone distrutto la preoccupazione principale, dal secondo pareggio in poi, è stata quella di istradare correttamente la nuova ricrescita. Chiaramente su quel piede gli appombi intesi in senso stretto non sono l'aspetto cruciale per il momento, entro certi limiti.

GeG: se non ricordo male però 3 o 4 cicli di antibiotico se li è fatti. E per fortuna, che se fosse partita un'infezione addio cavalla.. In 2 mesi non mi sembra roba da poco..
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rhox
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 20:58    Oggetto: Rispondi citando

la domanda è (grazie al cielo) quanti cavalli nevrectomizzati ci sono?
io tolta ronda non ne conosco più nessuno vivo e quelli che ho visto non sono finiti a paddock sferrati (ma neanche ferrati) una volta messi a riposo..

sinceramente capisco che possa essere difficile comprendere il significato di non aver sensibilità di nessun tipo..
ci sono passata un po' di anni fa, però a perdere la sensibilità era tutto il treno posteriore di un cavallo (che è ancora vivo e vegeto, s'è ripreso e continua a socrrazzare la padrona in passeggiata). posso garantire che l'effetto è anche peggio... Rolling Eyes

posso condividere o meno come è stata affrontata la questione del pareggio prima, però mi sembra corretto segnalare che non è stata abbandonata da chi la seguiva senza preoccuparsene. il tuo discorso sembrava dire o me o la morte e mi pareva corretto sottolineare che non era proprio così..

quindi nessun calcolo di angoli della muraglia, inclinazioni, ecc? giusto per capire..

il mio discorso sulle infezioni/infiammazioni era riferito al post pareggio della muraglia. solitamente in 2 giorni il corion si era già "chiuso" e protetto da sè..
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Ipparco
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MessaggioInviato: Mar Ott 12, 2010 21:15    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
la domanda è (grazie al cielo) quanti cavalli nevrectomizzati ci sono?

Purtroppo temo molti più di quanti immaginiamo.
Solo nel breve periodo da quando conosco Ronda, il genio che ha fatto quello scherzetto a lei ha pensato bene di ripeterlo su un altro cavallo della stessa zona, e GeG se l'era sentita ipotizzare su un forum anche per Teresina, quando aveva avuto quel problema del frammento osseo che non si capiva che fosse..
Se poi fosse veramente una pratica in via di dismissione, tanto meglio, ma la sensazione che ho è che in certi ambienti è vero tutt'altro.

Citazione:
quindi nessun calcolo di angoli della muraglia, inclinazioni, ecc? giusto per capire..

Abbiamo cercato di rispettare, ad occhio e croce, un angolo palmare intorno ai 5°, ma mancando un tallone è tutto dire, il piede appoggia sul fettone e sul tallone buono e sta un po' storto, per cui parlare di angoli è abbastanza aleatorio.
Avrei apprezzato poter avere le ultime lastre fatte poco dopo l'ascesso, ma anche lì c'è stato tutto un guazzabuglio strano..
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GeG
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MessaggioInviato: Mer Ott 13, 2010 15:32    Oggetto: Rispondi citando

Ok la discussione, chiedo solo cortesemente a tutti di evitare commenti personali / giudizi nei confronti delle persone coinvolte nella vicenda ma non presenti nel forum.
Perfavore.. Sad
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