Inviato: Gio Ago 12, 2010 12:04 Oggetto: Per il Colonnello Angioni: problemi di addestramento
Egregio Colonnello,
mi rivolgo a lei sperando che con la sua grande esperienza, possa consigliarmi al meglio per quanto riguarda i problemi che stanno sorgendo con il mio cavallo.
Si tratta di un arabo russo, ha 20 anni e non veniva lavorato da 5. Il precedente proprietario l'ha letteralmente abbandonato ed è stato accudito da brave persone, (che hanno anche un maneggio dove pratico SO), finchè ho deciso di adottarlo.
Probabilmente veniva montato all'americana, io non ho però idea di quale sia il suo passato ed eventuali sue paure. Io comunque lo monto all'inglese e non mi sembra questo ciò che dà problemi.
Ho iniziato, prima di montarlo, a fargli un po' di longe, qui sono sorti i primi problemi. Il cavallo accetta (malvolentieri) il lavoro a mano destra, ma rifiuta totalmente di girare a sinistra. Qualunque cosa io faccia, si gira puntandomi e cammina verso di me, rendendomi impotente. Se gli faccio vedere, anche solo vedere la frusta, si alza in piedi, sgroppa, salta a destra e sinistra, e mi obbliga a smettere.
Per quanto riguarda la monta, inizialmente l'ho portato in passeggiata con la lunghina, in quanto aveva paura dell'ambiente circostante e ho notato che portandolo così si rassicura molto. Se all'inizio lo montavo senza lunghina, si spaventava e tornava a casa al galoppo sfrenato, se cercavo di tenerlo sgroppava e si agitava.
Per cui, con l'aiuto di un amico, ho provato a fare lunghe camminate con la lunghina e ora le paure sono finite, anche montandolo senza lunghina, è rilassato, fiducioso, e tranquillo. Un primo risultato pertanto sono riuscita a raggiungerlo....
Il problema è che quando decide di fermarsi, di non fare una strada o tornare indietro faccio terribilmente fatica ad impedirglielo, perchè si incappuccia; in questo modo si sottrae alla mano e anche in questo caso mi rende impotente, dandogli le gambe ottengo solo di farlo girare su se stesso, o di farlo sgroppare. Il massimo che fa, è spostarsi lateralmente nella direzione che più gli aggrada.
Ho ottenuto qualche risultato usando degli speroncini corti, tenendoli bene a contatto con il suo costato in una direzione dal basso verso l'alto, e dopo alcuni minuti il cavallo ha ceduto ed è ripartito nella direzione che volevo.
Però una passeggiata si trasforma in una continua lotta di potere, continue fermate in cui cerco di convincerlo a proseguire.
Al momento lo sto montando con un morso dolce (pessoa ma regolato in modo gentile). Non so se possa essere poco adatto, ma credo che il problema con il cavallo sia piuttosto che lui vuole imporsi a tutti i costi e conosce parecchi metodi per sfidarmi e sottrarsi alla mano.
Sottolineo che quando non lavora, il cavallo è sempre attaccato a me e mi segue dappertutto, quindi non mi teme affatto, è solo che lui vede nel lavoro (anche una semplice passeggiata) una brutta cosa a cui sottrarsi.
Vorrei tanto capire come risolvere la cosa.
La ringrazio in anticipo se vorrà rispondermi! Cordiali saluti, Sitha
mi scuso per il ritardo nella risposta e La ringrazio per la disponibilità .
Sono passati 3 mesi ma la situazione non si è ancora risolta, purtroppo. Diciamo che tutto fila liscio, durante le passeggiate, se sono presenti altri cavalli che lo rassicurano, mentre se mi trovo ad uscire sola con lui è un disastro.
Le spiego meglio. Per lunghina, intendo la corda lunga 1,5 m, non quindi quella utilizzata per la longe.
Essendo che dispongo di finimenti da trekking (e quindi di una normale capezza con morso e redini "staccabili"), al momento di necessità posso attaccargli la longhina alla capezza e, a quel punto, camminandogli davanti, lui mi segue senza problemi. Ciò significa, però, scendere a terra ogni due per tre per farlo procedere.
Inizialmente, ho fatto passeggiate, come dicevo, da terra (un po' come se fosse un cane).
La mia idea era semplicemente rassicurarlo per i primissimi tempi, comprendevo che essendo abituato solo ed esclusivamente al suo paddock, potesse essere intimorito dall'ambiente circostante. Adesso però l'ambiente lo conosce in lungo e in largo!!
Il fatto è che tuttora, se lavoro da sella, lui non vedendomi, si rifiuta di lavorare.
Presumo che nel caso della passeggiata da sola, il problema sia la paura, lui ha la necessità di VEDERE qualcuno davanti a lui (anche me!) ma dal momento in cui io sto in sella, lui non vedendomi si sente solo e si terrorizza (oltre naturalmente ad essere semplicemente caparbio).
Se lui non vuole procedere in una direzione, io non riesco ad impormi su di lui! Si incappuccia e, se gli dò un po' di sperone, lui cammina all'indietro, se insisto con lo sperone sgroppa. Ho provato in questi casi a fargli fare un paio di giri su se stesso e poi a chiedergli di ripartire, ma non serve.
Se riesco a mandarlo avanti di un paio di passi, subito comincia a trotterellare tutto di fianco e poi, di scatto si lancia al galoppo sgroppando dalla parte che più gli aggrada. Se insisto, si impanica, si alza, soffia e fa di tutto per scappare, diventando anche pericoloso per me e per se stesso. Capisco di star sbagliando qualcosa perchè lo vedo proprio terrorizzato (o molto arrabbiato).
Per quanto riguarda il lavoro in campo, vale il discorso della longe, non accetta di lavorare in circolo e si ribella in tutte le maniere!
L'unico momento in cui lavora bene, è la passeggiata in gruppo, per il resto niente da fare.
Preciso che per il resto ho un ottimo rapporto con lui, è sempre felice di vedermi, mi sta sempre appiccicato, mi segue, è proprio il lavoro che non accetta.
Mi faccia sapere se sono stata ancora imprecisa.
Conto in una Sua risposta.
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Inviato: Mar Nov 16, 2010 11:40 Oggetto: Voglia di far come gli pare
Cara Sitha,
è stata precisissima. Prima un consiglio da anziano con esperienza: inizierei con il togliere dal suo vocabolario "si impanica", "si terrorizza", "è felice di vedermi", "intimorito dall'ambiente circostante", "non vedendomi, si sente solo" o "si rifiuta di lavorare", "in sella, non vedendomi, si terrorizza". Pensa forse che se la vedesse e in sella ci fosse il suo doppio, il cavallo diventerebbe ubbidiente? No, continuerebbe a essere tale e quale. Lei umanizza il cavallo. Non è così un cavallo. Il suo ha soltanto poca voglia di lavorare, ha accumulato tanti difetti e tanti utili insegnamenti, tra i quali, il più importante, è che con lei può fare quello che vuole.
Non serve portarlo a spasso con la capezza e la corda da scuderia. Anche se il cavallo la segue con calma, il fatto non ha alcun collegamento con l'obbedienza agli aiuti in sella, aiuti (gambe, redini, assetto, voce, frusta) che sono l'unico mezzo del cavaliere per farsi ubbidire.
Quando scrivo "frusta" intendo una bacchetta di legno, per esempio una canna di bambù, lunga circa cm 100, per poter toccare il cavallo dietro il nostro tallone senza staccare la mano dalle redini, per dargli indicazioni (movimento e direzione), non per frustarlo o legnarlo. La frusta, meglio bacchetta, come la chiamavano gli antichi, in sella dovremmo averla sempre.
Anche le difficoltà alla corda ("si gira puntandomi e cammina verso di me") dipendono soltanto dal fatto che il cavallo sa, per istinto, che può fare quello che vuole.
Per il lavoro alla corda non mi ripeto. Ho scritto diverse volte e se cerca trova tutto.
In breve: deve imporsi. Non con le parole, ma con i fatti. Quando il cavallo (non un puledro che non sa) si rifiuta di girare intorno a lei e la "punta", lei con il frustone (alla corda è obbligatorio, è il prolungamento delle sue gambe e delle sue mani e il cavallo non lo deve temere, ma rispettare) lo colpisce negli stinchi anteriori. Le assicuro che se la lezione è data bene, bastano due ripetizioni per rimettere tutto a posto. Basterà la sola presenza del frustone in una sua mano. Questa non è violenza o andare contro gli insegnamenti dell'etologia e le prediche dei nuovi maestri e della monta dolce. E' solo questione di ristabilire prima di tutto la sua sicurezza con un animale tanto più pesante e tanto più forte di lei che non ha il concetto del limite tra disobbedienza e reazione che può procurare il suo (di lei) danno. E prima o poi, continuando così, potrebbe capitare. Non si intimorisca per le reazioni. Deve essere più determinata del cavallo. E il cavallo capirà presto.
Mi è sempre stato detto, anche dal mio istruttore, che "umanizzo" il cavallo, che lo psicanalizzo eccessivamente e che lui approfitta dei miei timori e del mio rispetto, se così si può dire.
Proverò ad insistere, prima di montarlo, con il lavoro alla corda, cercando di ottenere il suo rispetto in questo frangente, nei metodi che Lei mi ha indicato. Le allego una foto dell'ultima volta che ci ho provato, probabilmente avrei anche dovuto accorciare la corda, mi corregga se sbaglio, perchè lasciata così lunga gli permetto di fare come vuole.
Il ragazzo che mi sta aiutando è uno che lavora in un maneggio, e che muove spesso cavalli anche in tondino, quindi ho pensato che facesse bene.
Purtroppo, dopo queste manifestazioni, ho lasciato perdere il lavoro a corda, e l'ho montato direttamente. Proverò quindi d'ora innanzi ad insistere.
Per quanto riguarda il lavoro da sella, il mio livello è chiaramente da "iniziata", non certamente da esperta. Mi spavento poco, forse questo è già qualcosa. Forse.
Quello che sicuramente è indiscutibile, è che il cavallo resta la parte forte. Sa che, se non cedo subito, cederò al momento in cui fa il pazzo, si alza, mi scappa e rischia di fare male a tutti e due. Forse non sono brava ad utilizzare gli aiuti.... lui reagisce con prepotenza e prima o poi cedo. Ma non voglio nemmeno che ci facciamo male sul serio!
Le mando solo una foto di una piccola sgroppata, l'unica di cui dispongo....
Mi accorgo che la mia postura è errata in questa foto, in quanto inavvertitamente ho tirato sull'imboccatura, forse intimorita dalle sue reazioni. Questo comunque è più o meno l'andazzo su cui si svolge il lavoro con lui! Anche se quando mi impongo è anche peggio...
La ringrazio nuovamente di cuore per il Suo prezioso intervento.
Registrato: 27/11/05 21:47 Messaggi: 2721 Località: Torino
Inviato: Mar Nov 16, 2010 21:55 Oggetto: Voglia di fare come gli pare
Cara Sitha,
è irresponsabilità far uscire dalla scuderia un cavallo come il suo con la capezza. Non si fa. Esistono regole, che non sono neppure di equitazione, ma che la precedono, regole di scuderia. Siete fortunati che non sia successo un guaio, per lei e per il ragazzo che l'aiuta. Una volta esistevano i cosiddetti filetti abbeveratoi, che servivano per portare i cavalli all'abbeverata nel fontanile quando non esistevano gli abbeveratoi automatici e nei box e nelle poste non arrivava l'acqua. Era proibito far uscire i cavalli senza filetto. Era buon senso, esperienza, competenza.
La sua posizione in sella: non posso giudicarla mentre il cavallo è mezzo sollevato davanti e immagino che stia per tirare una sgroppata appena avrà rimesso i piedi per terra. Quando lei monta, il cavallo non deve fare quelle difese. E' indisciplina. Il cavallo deve essere disciplinato. Con l'addestramento e il lavoro. Lei deve montare a cavallo, non fare un pericoloso rodeo.
Inizi a fare tutti i giorni, a lungo, il lavoro che le ho consigliato. Poi mi informi di com'è la situazione e le darò ulteriori indicazioni per quando dovrà montare.
mi sta quindi dicendo, in brevi parole, che ho rischiato già fin troppo montandolo da sola e all'addiaccio? In effetti ho avuto modo di preoccuparmi seriamente in varie situazioni e anche quando ero sola mi sono sentita minacciata spesso.
Il ragazzo che mi aiutava, ora viene poco in scuderia, anche perchè durante la ferratura, il mio cavallo, che lui teneva fermo con la corda, si è alzato e l'ha buttato a terra colpendolo con gli anteriori, facendogli male alla schiena, per poi scappare (e farsi anche male da solo strada facendo).
Parliamo quindi certamente di un cavallo con un certo temperamento e soprattutto pessime abitudini.
Non avrei tuttavia eccessivo timore a lavorarlo da sola alla corda, meteo permettendo. Certo, ci vuole anche forza fisica, quindi correrei un rischio. Voglio comunque provarci, al limite chiedendo assistenza a qualcuno più forte di me.
Mi consiglia, quindi, di non montarlo per il momento? Come dicevo, se sono presenti altri cavalli, riesco a gestirlo perfettamente.... il problema viene quando siamo soli. L'ultima volta, è partito sfrenato in mezzo al bosco con me attaccata con una sola staffa (non in sella, mi ci sono messa strada facendo) e il rischio è davvero stato grosso.
Quindi: lavoro a corda, ed eventualmente montare solo in compagnia, o non montare affatto finchè non si comporta bene?
Ecco una foto anche di una sua fuga al galoppo sfrenato verso casa, magari può essere d'aiuto
Cambio quindi il morso dolce con un filetto, per prima cosa?
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