provate ad osservare come appoggiano gli anteriori e posteriori di un cavallo da tiro che traina un grosso peso in salita o in piano, è molto interessante
E' sicuramente vero, questo, ma si tratta di un caso molto particolare, ed inoltre sai bene che se un cavallo sotto questo tipo di sforzo scivola, può subire molto facilmente danni permanenti come strappi muscolari o lesioni ai nervi, proprio perchè la postura è innaturale..
Anche i cavalli al pascolo, mentre mangiano, spesso appoggiano i piedi di punta, ma anche qui si tratta di un caso particolare e che non genera sforzi tali da poter causare danni..
Il mondo del cavallo è fatto di casi particolari è non c'è niente di più naturale di una postura che il cavallo assume di sua spontanea iniziativa (sia per trainare in salita, sia per salire scosso da un ripido pendio) per mantenersi in equilibrio.
La natura si dice che sia perfetta....il cavallo si adatta alle situazioni e se scivola perchè ad esempio il terreno frana e ha danno, la causa è il terreno, non il fatto che ha assunto una posizione innaturale....innaturale la definiamo noi: la natura, il suo istinto, gli ha suggerito il modo per affrontare la situazione.
Le posizioni innaturali al cavallo le imponiamo quasi sempre noi uomini con le nostre pretese di flessioni, cessioni, allunghi, passaggi,ecc. e qui, lo so sono OT, scusate.
Quanto dici è sicuramente vero, ma troppo spesso si osservano cavalli domestici che per colpa dell'uomo non possono muoversi correttamente nemmeno quando vorrebbero e potrebbero farlo.
Semplificando al massimo, l'apparato locomotore del cavallo si può considerare una macchina composta da leve, pulegge e funi, e questa macchina ha un modo di funzionare ottimale che permette di ridurre al minimo il dispendio energetico, l'usura ed eventuali danni in caso di "incidenti", mentre qualunque modo di funzionamento che si discosti da quello ottimale comporta una riduzione dell'efficenza e aumenta il rischio di danneggiamento. Dovrebbe essere quindi compito di chi segue l'animale di assicurargli la possibilità di muoversi correttamente almeno in condizioni normali, e questo presuppone che almeno la gente (quella che ha a che fare coi cavalli, almeno) sappia come un cavallo deve muoversi, non credi?
Quanto dici è sicuramente vero, ma troppo spesso si osservano cavalli domestici che per colpa dell'uomo non possono muoversi correttamente nemmeno quando vorrebbero e potrebbero farlo.
Semplificando al massimo, l'apparato locomotore del cavallo si può considerare una macchina composta da leve, pulegge e funi, e questa macchina ha un modo di funzionare ottimale che permette di ridurre al minimo il dispendio energetico, l'usura ed eventuali danni in caso di "incidenti", mentre qualunque modo di funzionamento che si discosti da quello ottimale comporta una riduzione dell'efficenza e aumenta il rischio di danneggiamento. Dovrebbe essere quindi compito di chi segue l'animale di assicurargli la possibilità di muoversi correttamente almeno in condizioni normali, e questo presuppone che almeno la gente (quella che ha a che fare coi cavalli, almeno) sappia come un cavallo deve muoversi, non credi?
Mi trovo perfettamente daccordo.
Sempre semplificando, è molto importante sapere che ci sono diverse "marche" di "macchine", selezionate con caratteristiche adatte ad un particolare tipo di impiego e che ci sono raramente "macchine" perfette. A seconda dell'impiego e della particolare morfologia, ogni apparato locomotore sarà stimolato in modo diverso e sarà quindi soggetto a "guasti" diversi.
E' compito del "meccanico" saper intervenire correttamente sia sul trattore che sulla Ferrari, conoscendone e rispettandone la natura, senza cercare di trasformare l'uno nell'altro.
Però alcuni elementi basilari rimangono comuni a tutti i modelli di macchina.. Chiaramente su un arabo non cercherò di far crescere un fettone largo e polposo come su un haflinger, ma in entrambi mi dovrò assicurare che il piede non sia contratto e lavori correttamente, ad esempio.
Inoltre, gran parte della "messa a punto" dello zoccolo avviene durante i primi anni di crescita del cavallo, fino all'incirca ai 5 anni di età , e dipende tantissimo da fattori esterni come la quantità e la qualità del movimento del puledro/giovane cavallo, dalla cura assidua dello zoccolo, dal terreno su cui vive e lavora, dall'alimentazione ecc.. Io vorrei che il mondo del cavallo prendesse coscienza dell'importanza di questi fattori nel determinare lo sviluppo di zoccoli sani e robusti.
Purtroppo ci sono pratiche (che personalmente ritengo devastanti per la salute a lungo termine del cavallo, come ad esempio ferrare a 2-3 anni o la stabulazione in box per periodi prolungati) che compromettono pesantemente lo sviluppo al pieno delle potenzialità dello zoccolo e del cavallo nel suo insieme.
Il quadro diventa ancora più fosco quando si vanno ad indagare certe pratiche "terapeutiche" (tenotomie, nevrectomie e chi più ne ha più ne metta)..
Penso che in un'ottica improntata al benessere animale molte di queste "tecniche" dovrebbero essere messe al bando..
Volevo ringraziare Ipparco, per la notevole quantità di informazioni interessanti (video compresi) sul PIEDE del cavallo, un pò ne sapevo, un pò ne ignoravo.....inutile accanirsi sul ferrato e sferrato, mi pare che in questo topic ci siano un mucchio di cose che sarebbe fondamentale, per proprietari o per chi gravita intorno ai cavalli, sapere e ricordare!
Sono quasi 30 anni che ho cavalli, una volta erano ferrati, ora no.
Non ho mai avuto grossi problemi quando portavano i ferri come non ne ho ora che non li portano (voglio solo riportare un eseperienza, non scagliarmi dall'una o dall'altra parte, ognuno fa ciò che meglio crede), personalmente ho 8 cavalli scalzi, chi da sempre chi invece sferrato dopo anni, devo dire che non ho problemi, di nessun tipo, lavorano quasi quotidianamente in rettangolo e si fanno anche passeggiate o trekking anche impegnativi, in tutto siamo un gruppo di amici che conta circa 25 cavalli scalzi, facciamo tutto ciò che fanno i nostri amici con cavalli ferrati (e viceversa) senza mai discutere o accusarci a vicenda su chi fa cosa, credo sia bello, ognuno vive il cavallo a modo suo, comunque senza perdere mai l'obietttivo che si facciano le cose per il benessere dei nostri amici!
Registrato: 04/12/05 14:10 Messaggi: 9572 Località: torino
Inviato: Gio Gen 14, 2010 00:10 Oggetto:
Tonymatador ha scritto:
rhox ha scritto:
non riesco più a trovare due foto ben fatte in merito ad atterraggio gi punta e di tallone.. ci riprovo con calma e poi le posto..
per il resto.. un cavallo dovrebbe atterrare di tallone a tutte le andature e a tutti i passi in quanto è il meccanismo migliore per dissipare l'urto col suolo (la conformazione rende efficace quel meccanismo e poco utile la sua variazione)
Quoto. Ci sono delle situazioni però, nelle quali il cavallo sceglie da solo di applicare la variazione: ad esempio, provate ad osservare come appoggiano gli anteriori e posteriori di un cavallo da tiro che traina un grosso peso in salita o in piano, è molto interessante
tendenzialmente però sono variazioni limitate nel tempo.
e la maggior parte dei cavalli atterra di punta in salita per una questione di spazi (non riesce ad estendere completamente). come nella stragrande maggioranza dei casi atterra di tallone in discesa (da certe pendenze).
come sempre però il problema è quando è il cavallo che sceglie di atterrare così o lo si obbliga per un pareggio (a cui dopo applichiamo un ferro oppure no) errato o perchè non si curano le posture fisiche che si riflettono sul movimento (un cavallo col collo rovesciato e la schiena bloccata dubito che possa muoversi ed atterrare in modo congeniale alla sua natura)...
come sempre il problema è porre rimedio alle cose sbagliate o mal fatte.
i cavalli sono sempre sopravvissuti anche da ferrati e tanti non hanno riportato danni perchè probabilmente erano in mano a professionisti.
purtroppo la legge del mercato ha portato sulla piazza un sacco di attaccaferri che hanno distrutto i piedi di migliaia di cavalli perchè i proprietari erano incompetenti o perchè volevano spendere poco.
sinceramente io obbligherei ogni proprietario a fare un corso di gestione del cavallo (cos'è e come deve vivere) e sui piedi (che forma hanno, che funzione hanno) a prescindere dai ferri o dal farlo vivere al paddock.
la base del pareggio naturale in realtà è la gestione. ma non per far funzionare il piede scalzo, ma semplicemente perchè è una gestione che dovrebbe essere fatta per tutti i cavalli il più possibile.
in fondo le regole sono semplici: visto che la maggior parte dei proprietari muove poco il cavallo o lo fa male, i gestori tirano la corda sulle spese dando mangimi orripilanti perchè costano poco e il fieno in scarsa quantità o pessimo, ecc..
qua si dice: butta il cavallo a paddock così si muove in compagnia, è più sano, ha più tono muscolare e se riesce mantiene per la maggior parte del tempo posture corrette. dopo di che lasciagli del fieno polifita sempre a disposizione e dagli solo avena se proprio devi integrare..
cosa si ottiene così? una gestione semplice che consente al cavallo di vivere sereno e a lungo.
ferrato o meno..
dopo di che i piedi probabilmente miglioreranno come qualità per cui il maniscalco avrà meno problemi a ferrare, ecc..
poi non penso che tutti i problemi siano da imputare ai maniscalchi.. immagino che loro abbiano il nervoso quando un cliente tira sulle spese e ti presenta il cavallo con 100-120 giorni di ferratura per cui per perfetta che la si possa fare dopo 50 giorni è fuori appiombi.
dopo di che, esperti e capaci ce ne sono pochi in giro, in entrambi i settori per cui il rischio di incappare nell'incapace è elevato.
però ritengo che un ferro inchiodato a un piede fuori appiombo, lungo o con seri problemi (talloni contratti, fettoni inesistenti, muraglie che paiono i muri post fucilazioni, ecc) sia più dannoso che un piede senza ferro che può tentare un autopareggio...
In effetti verrebbe da dire: meglio scalzo che con le scarpe che fanno male.
Credo che i migliori alleati dei sostenitori del barefoot siano stati proprio quegli "attaccaferri"(o scacciamiccia come li chiamano alcuni) che vanno in giro a pareggiare e ferrare cavalli senza la dovuta preparazione spacciando così agli occhi di molti la Mascalcia come una sorta di attività artigianale, mentre è stata la madre prima dell'ippiatria e in seguito della moderna medicina veterinaria.
Inoltre vorrei aggiungere che è limitativo far risalire la pratica della ferratura al medioevo, già in quel periodo anche cavalieri e uomoni d'arme sapevano applicare i ferri ai cavalli ma i maniscalchi, sebbene ferrassero anch'essi, erano prevalentemente ippiatri. La mascalcia era a quei tempi un'arte già fiorente. Secondo il Vacchetta(autore di una monografia sulla del ferrare) il periodo antico della ferratura cominciò in un epoca di gran lunga precedente.
Anche il vuoto legislativo presente nel nostro paese in merito alla pratica della ferratura ha fatto sì chiunque potesse inchiodare ferri ai cavalli facendo disastri e alimentando quindi l'idea che il ferro fa male.
Certo se il fruttivendolo sotto casa dice di saper fare otturazioni
e decido di affidarmi a lui invece di andare dal destinta poi non potrò lamentarmi o inveire contro l'odontoiatria...(scusate lo sfogo).
Come ha fatto giustamente notare la Società Italiana di Mascalcia in Italia il 90% dei "maniscalchi" sono IMPROVVISATORI, senza nessuna qualifica per poter esercitare).
Nel resto d'Europa questo non accade, è necessario un diploma o una laurea in Mascalcia e Podologia, è assolutamente vietato mettere mano sudi un cavallo vivo senza averne un titolo.
Tre anni di studio parauniversitario: Inghilterra, Francia, Germania, Belgio. Cinque anni di scuola: Austria, Svizzera, Svezia, Spagna due anni, Olanda due anni.
In Italia è rimasto nei cassetti del Parlamento dal 25 novembre 1937 un DL proposto dal Col. Co. Veterinario Giuseppe Caputo(Comandante del Corpo Veterinario militare) secondo il quale potessero esercitare la professione solo coloro che ne avessero il titolo.
Oggi in Italia le uniche scuole che possano dare tale formazione sono il centro quadrupedi Veterinario di Grosseto o l'Istituto IFOA di Reggio Emilia. L'alternativa è andare a studiare all'estero(il migliore maniscalco italiano per i quarters ad esempio si è formato negli Stati Uniti).
Sembra però che anche alcuni Istituti Universitari si stiano "svegliando"...
come sempre il problema è porre rimedio alle cose sbagliate o mal fatte.
i cavalli sono sempre sopravvissuti anche da ferrati e tanti non hanno riportato danni perchè probabilmente erano in mano a professionisti.
purtroppo la legge del mercato ha portato sulla piazza un sacco di attaccaferri che hanno distrutto i piedi di migliaia di cavalli perchè i proprietari erano incompetenti o perchè volevano spendere poco.
sinceramente io obbligherei ogni proprietario a fare un corso di gestione del cavallo (cos'è e come deve vivere) e sui piedi (che forma hanno, che funzione hanno) a prescindere dai ferri o dal farlo vivere al paddock.
Mi trovo perfettamente daccordo con te Rhox....e nel corso per proprietari di cavalli, ci aggiungerei pure una parte dedicata allo studio del comportamento del cavallo, un pò di etologia e un minimo di "come si maneggia e come si addestra".....sono stufo dei proprietari che non sanno distinguere la paura dalla maleducazione dei loro cavalli e si aspettano che siano sempre gli altri a porre rimedio ai danni che fanno loro!
Citazione:
poi non penso che tutti i problemi siano da imputare ai maniscalchi.. immagino che loro abbiano il nervoso quando un cliente tira sulle spese e ti presenta il cavallo con 100-120 giorni di ferratura per cui per perfetta che la si possa fare dopo 50 giorni è fuori appiombi.
Quoto!
Non sempre è colpa del professionista, che sia maniscalco, pareggiatore o maniscalco-pareggiatore.
Il proprietario in prima persona deve mettersi in testa che un professionista valido costa e non stare sempre lì a cercare di risparmiare sulla salute del suo cavallo.
E' anche vero che prezzi elevati non sono sempre indice di buona qualità , ed è per questo che trovo giusto quando suggerisci dei corsi di formazione per proprietari Rhox!
Comunque, anche i corsi di formazione a volte portano problemi....mi è già capitato diverse volte che alcuni clienti mi chiedessero di ferrare o pareggiare il loro cavallo secondo certe loro idee, apprese a questo o quel corso o suggerite loro da qualche espertone corsista...ovviamente, se la ritengo una bestialità , io rifiuto (sono io il professionista, non loro) e li lascio liberi di chiamare qualcun altro che sia disponibile ad accontentarli.
Immancabilmente, dopo un pò, mi richiamano per rimediare ai danni provocati dalle loro belle idee
E' giusto che la gente provi, che sbatta il naso, ma nel frattempo, è il cavallo che ha subito il danno, è lui che sopporta il dolore fisico di una ferratura stretta o di una transizione impossibile, il proprietario al massimo paga la pensione e non monta...
Concordo naturalmente con Rhox e Tony: il primo responsabile del cavallo deve essere sempre e comunque il proprietario, i vari professionisti non possono fare miracoli se non c'è la sua collaborazione ed il suo impegno per garantire il benessere dell'animale..
Per questo credo che sia utile discutere su queste tematiche, anche da punti di vista contrastanti. Il dialogo fa emergere domande, dubbi, possibili soluzioni e a volte permette di fare delle sintesi che sono più di una semplice somma delle parti..
Concordo naturalmente con Rhox e Tony: il primo responsabile del cavallo deve essere sempre e comunque il proprietario, i vari professionisti non possono fare miracoli se non c'è la sua collaborazione ed il suo impegno per garantire il benessere dell'animale..
Quoto! Il proprietario deve essere il primo a collaborare e impegnarsi per garantire il benessere del suo cavallo.
E proprio qui, casca l'asino. Ognuno ha una propria idea del benessere del cavallo.
C'è chi mette al prato i cavalli, provvede a costritire capannine abbeveratoi, cibo di ottima qualità , controlli veterinari e poi chiama il maniscalco ogni sei mesi...... certo il cavallo sta benissimo fuori, ma se non lo usi e se non ci sono condizioni particolari che richiedono la ferratura, perchè non lo lasci scalzo, invece di fargli diventare i piedi lunghi come le ciabatte di Alì Babà , i tendini sforzati, le unghie spaccate ecc.? Un bel pareggio, ritocchi quando servono...non è meglio? Così il cavallo non soffrirebbe tra una visita del maniscalco e l'altra!
Idem per quelli che si ostinano con le transizioni infinite e si giustificano nel loro perseverare, col fatto che è per il bene del cavallo... ma che bene e bene, in quel momento il cavallo è sofferente, vaglielo a spiegare che magari tra 6-8 mesi starà meglio! E poi magari, dopo i 6-8 mesi, capiscono che è meglio riferrare, perchè non tutti possono stare senza ferri.
E' giusto che per l'ostinazione del padrone, con l'llusione di un benessere futuro (mica soffriva coi ferri), il cavallo abbia sofferto per mesi? (per niente, visto che poi si è dovuti tornare alla tanto odiata ferratura).
Noi umani, che ricorriamo allo sciroppino, alla pastiglina, alla punturina al minimo bubù, accetteremo di soffrire per mesi quello che a volte facciamo soffrire ai cavalli? Penso proprio di no.
E' che come dicevo prima, ognuno di noi ha una propria opinione del benessere animale. A questo poi si aggiunge anche una certa cecità che impedisce di leggere veramente lo stato d'animo del cavallo e le sue reazioni.....
Quante volte mi sono sentito dire: "da quando l'ho messo al prato si è tranquillizzato".... e certo che si muove poco, dove va se ha male perchè lo ferri ogni morte di papa?
Oppure:"da quando è scalzo è più vivace, quando lo monto sgroppa pure e mi scappa di sotto, si vede che sta bene, prima non lo faceva!".....e non ti viene in mente che i cavalli per reazione naturale fuggono dal dolore e che magari si vuole liberare del tuo peso in eccesso, visto che i suoi piedi cortissimi già faticano a portare il suo stesso peso?
Il benessere non sta negli estremismi, ma nella corretta conoscenza e interpretazione della realtà .
Idem per quelli che si ostinano con le transizioni infinite e si giustificano nel loro perseverare, col fatto che è per il bene del cavallo... ma che bene e bene, in quel momento il cavallo è sofferente, vaglielo a spiegare che magari tra 6-8 mesi starà meglio!
Ti do pienamente ragione, ma mi permetto un piccolo appunto: chi ha chiaro il senso dello sferrare, farà il possibile per ridurre al minimo i fastidi del cavallo usando scarpette, resine, terreni adatti e tutto quanto possa aiutare ad agevolare una eventuale transizione difficile.
Chi pensa che il cavallo debba soffrire durante la transizione non ha capito granchè del barefoot, e non credo vada accomunato a chi ne ha una interpretazione ben diversa..
Anche perchè il cavallo, come hai fatto giustamente presente, se ha dolore, assumerà posizioni antalgiche, abitudini motorie errate e vizi, che alla lunga farebbero molto più danno di una ferratura ben eseguita. Quindi, o le cose si fanno per bene, o è meglio non farle proprio (e questo vale in generale sul possedere un animale, come per tante altre cose)..
Sul fatto che le cose vadano fatte per bene, altrimenti è meglio lasciar perdere, mi trovi pienamente daccordo.
Citazione:
chi ha chiaro il senso dello sferrare, farà il possibile per ridurre al minimo i fastidi del cavallo usando scarpette, resine, terreni adatti e tutto quanto possa aiutare ad agevolare una eventuale transizione difficile.
Sul ridurre al minimo i fastidi, bisognerebbe che i cavalli potessero parlare per dire la loro
I terreni li scegli nel limite in cui questo è possibile ovviamente.
Magari il cavallo sta libero nel paddok tutta la settimana col suo bel male ai piedi e poi si presenta il proprietario, che gli ficca le scarpette e lo porta fuori sui sassi, e mica può fare diverso, perchè le passeggiate da loro sono così o sulla statale.... e certo che con le scarpette va meglio, ma per tutta la settimana il cavallo soffre, ha male ai piedi, assume le famose posture.....cerca in qualche modo di difendersi dal dolore, ma tanto il proprietario non c'è...lui arriva la domenica mattina con le scarpette di cenerentola....
E' questo che mi disturba....la sofferenza, anche per un breve periodo, soprattutto se si può evitare, e non sono di parte, visto che alcuni dei miei cavalli li ferro e altri li tengo felicemente scalzi.
Magari le cose fossero sempre fatte come ci auguriamo io, te e Rhox....
Sul ridurre al minimo i fastidi, bisognerebbe che i cavalli potessero parlare per dire la loro
Beh, per chi sa ascoltarli i cavalli parlano eccome..
Citazione:
Magari il cavallo sta libero nel paddok tutta la settimana col suo bel male ai piedi e poi si presenta il proprietario, che gli ficca le scarpette e lo porta fuori sui sassi,
Questo a mio avviso rientra nella categoria di cui parlavo sopra: il cavallo deve essere seguito in modo di essere sempre in condizioni di comfort, soprattutto al paddock, visto che è lì che passa la maggior parte del suo tempo.
Mi duole ammetterlo, ma per un breve periodo anch'io sono stato uno di quei pisquani che arrivava, metteva le scarpette e via.. Però non c'ho messo molto a capire che così non poteva funzionare, e che non stavo facendo miglioramenti. Chi è sensibile a sufficienza se ne accorge in fretta. Chiaro che farebbe prima ancora se gli venisse insegnato..
Registrato: 14/01/10 17:43 Messaggi: 289 Località: Svizzera Italiana
Inviato: Gio Mar 25, 2010 19:43 Oggetto:
adesso non ho letto tutto il topic per filo e per segno ma vorrei portare una mia esperienza:
La mia prima cavalla era sferrata. Per 4 hanni trascinava i piedi, non alzava le gambe, galoppava con le gambe tese. Ferrata. Miglior movimento, miglior prestazione, falcate piu' lunghe.
Un altro mio pony era anch'esso sferrato. Camminava bene su qualsiano terreno. Andava a gare di endurance e s.o. Abbiamo iniziato completo. Ferrato per avere una maggiore presa sul terreno attraverso i ramponi.
Ha migliorato l'appiombo degli zoccoli.
Puledra che ho montato per un anno: sferrata. Zoccoli d'acciao e super resistenti, nessuna difficoltà nel movimento. Ora che ha iniziato l'attività sportiva è statat ferrata.
Questi tre cavalli hanno sempre vissuto al pascolo, erano nutriti principalmente di fieno biologico ottimo e integratori.
Mai avuti successivamente problemi quando erano ferrati.
devo darti ragione dida,ultimamente mi sono interessata alla sferratura,come terapia per una possibile navicolite nel mio cavallo,ma da più veterinari mi è stata sconsigliata categoricamente,a meno che tu non metta il cavallo al prato,libero di pascolare,senza essere montato.
ma se si vuole usare il cavalo va assolutamente ferrato,perchè siamo noi a gestire dove il cavallo cammina(tipo di terreno),come muoversi(andature) e che attività svolgere...mi è stato suggerito recentemente nel caso l'utilizzo di scarpetta,ma quello è un suggerimento che vale per il mio problema.
un cavallo deve essere ferrato se si vuole utilizzare nello sport o nel tempo libero! almeno è quello che molti cavalieri e veterinari esperti affermano con decisione ed in effetti dopo varie ricerche ed esempi visti la penso anche io così.
ma è solo la mia opinione logicamente!
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Ogni problema di rallentamento dovrebbe essere ora definitivamente risolto.